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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 19:44.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2010 alle ore 14:15.
Mentre le economie di tutto il mondo sono alle prese con una difficile recessione la piccola Corea del Sud continua a crescere e a conquistare quote di mercato con i suoi prodotti. Qual è il segreto? La precisione asiatica, certo. Ma soprattutto la elevata percentuale di spesa pubblica destinata alla ricerca e allo sviluppo delle sue aziende. Una rivoluzione avvenuta in pochi anni.
Auto, telefonini e tv
Fino a metà degli anni Novanta le auto coreane erano poco più di una scatola di sardine. Piccole, bruttine e a scarso contenuto tecnologico. Oggi non hanno niente da invidiare in termini di prodotto, design prezzo alle auto delle grandi case. Di più. I produttori europei, giapponesi e americani sono stati messi in ginocchio dalla recessione. Hyundai, e il suo marchio Kia, continuano a crescere erodendo quote di mercato: lo scorso anno ha venduto 4,75 milioni di veicoli in tutto il mondo, contro i 4,1 milioni venduti prima della crisi. Sempre Hyundai è ormai il quarto produttore mondiale di auto, dietro il trio di testa Toyota, Gm e Volkswagen e prima di Ford. Lo stesso discorso vale per i telefonini. Samsung è entrata in questo mercato una decina di anni fa e oggi è il principale competitor del leader mondiale Nokia. Sui televisori idem: un tempo a farla da padrone erano i giapponesi che sono stati ora detronizzati dagli schermi piatti prodotti dalle coreane Samsung e Lg.
Innovazione e ancora innovazione
Mentre i paesi europei sono alle prese con le manovre taglia deficit. Lacrime e sangue e tagli alla spesa pubblica per salvare l'euro, la ricetta della Corea del Sud spinge ulteriormente sulla la competitività delle sue aziende. Il presidente sud coreano, Lee Myung-bak, che di mestiere prima di darsi alla politica faceva il Ceo della Hyundai, ha messo in campo una strategia aggressiva per evitare di sentire i contraccolpi della crisi globale nel suo paese. «Sono sicuro - ha detto agli imprenditori coreani - che questa crisi farà avanzare il nostro sogno: diventare tra le prime potenze economiche mondiali». Come parte di questo ambizioso programma l'ex manager della Hyundai ha promesso di innalzare la quota di Pil destinata alla ricerca e sviluppo dal 3,4 attuale - tra le più elevate al mondo - al 5% del prodotto interno lordo nel breve termine. Il governo ha anche annunciato un'altra misura per aiutare le imprese che prevede l'estensione di deduzioni fiscali per chi investe in innovazione.