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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 08:08.
"Michele chi?" non sarà più un dipendente della Rai, ma un suo collaboratore esterno. Il Cda ha approvato ieri, con due astensioni, quelle di Angelo Maria Petroni e di Rodolfo De Laurentiis, l'accordo consensuale – biennale e in esclusiva – raggiunto tra Michele Santoro e l'azienda.
L'intesa viene in qualche a modo a "sanare" un'anomalia: quella di un conduttore e di un programma che vanno in onda grazie ad una sentenza della magistratura. Da quello che si è riusciti a capire una cosa è certa: l'accordo segna la fine di Anno Zero. Santoro continuerà a fare altri programmi in esclusiva per la Rai per due anni, in particolare le docu-fiction, ma anche cinque serate "evento". A quel punto, al termine dei due anni in esclusiva con la Rai, Santoro potrebbe guardarsi attorno per nuove esperienze.
Non va dimenticato, infatti, il successo dell'esperimento di Rai per una notte, il programma organizzato dallo stesso Santoro insieme alla Federazione nazionale della stampa. Rai per una notte, in onda da Bologna il 25 marzo, ha raggiunto un pubblico considerevole di almeno tre milioni di persone, senza essere trasmesso dalle reti Rai. Lo ha fatto attraverso una pluralità di piattaforme: dalla web tv al satellite sino a molte emittenti televisive locali. Non è da escludere che Santoro tenti di riprendere questa strada "multipiattaforma" a partire dal 2012, quando lo scenario sarà più chiaro: la tv sarà tutta digitale, si conosceranno gli "attori" imprenditoriali (pochi) che resteranno nell'etere e si capiranno meglio opportunità e limiti di quella su internet.
Santoro, del resto, sa che per la maggioranza del cda, che coincide con l'attuale maggioranza politica, la sua presenza è sempre stata vista come un problema e non certo come un'opportunità. Senza dimenticare, peraltro, che la chiusura di Anno Zero aprirà un problema di non poco conto per l'ascolto di RaiDue e della stessa Rai nella prima serata del giovedì. Come si è visto quando, durante la par condicio – "modificata" ad hoc dalla commissione di Vigilanza, in contrasto con la legge e con la Corte costituzionale – la Rai ha cercato di sostituire Michele Santoro con altri programmi d'acquisto: la media di rete si è spesso dimezzata. Resta da rendere pubblica la quantificazione dell'ipotesi transattiva raggiunta dal direttore generale Mauro Masi insieme a Santoro (un'ipotesi simile era stata tentata dai precedenti direttori generale, senza riuscire a chiudere l'accordo). Visto che, tra l'altro, i compensi di conduttori e collaboratori sono destinati ad essere resi pubblici nei titoli di coda.