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«Italia indispensabile per formare gli afghani»

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2010 alle ore 08:51.

La violenza e gli attacchi «sono in crescita, ma non ci scoraggiamo, continueremo a combattere i talebani con l'aiuto delle forze internazionali». Lo ha detto ieri in una conferenza stampa il generale William Caldwell, a capo della missione Nato di addestramento delle forze di polizia e militari afghane (Ntm-a), a Roma per discutere del consistente supporto italiano alla formazione delle forze di sicurezza di Kabul; un contributo definito dall'ufficiale americano «indispensabile» Nei prossimi mesi, con l'afflusso dei rinforzi confermati dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, saranno circa 500 i consiglieri militari italiani (di esercito e carabinieri) impegnati nell'addestramento del- l'esercito, della polizia e dell'Afghan National Civil Order Police. Quest'ultimo è un corpo specializzato nei compiti anti-insurrezione addestrato dai team speciali dei carabinieri nel centro di Adraskan, 40 chilometri a sud di Herat, sviluppando procedure e schemi già collaudati nell'analoga missione in corso in Iraq.

Il generale Caldwell ha spiegato che le forze di sicurezza locali «saranno efficienti tra un paio di anni», mentre al momento «sono poche le unità in grado di operare autonomamente». La missione non si occupa esclusivamente dell'addestramento ma anche del supporto alle forze afghane. «Noi costruiamo ospedali, prepariamo il personale di soccorso, contribuiamo alla messa in atto dei sistemi logistici», ha spiegato il generale, che ha lanciato anche un programma di scolarizzazione delle forze di sicurezza di Kabul, quanto mai necessario considerato che «l'80% degli afghani in servizio è analfabeta». Su circa 220mila militari e poliziotti arruolati sono attualmente 30 mila quelli inseriti nei corsi di alfabetizzazione senza i quali nessun apprendimento tecnico e specialistico è possibile.

L'obiettivo di Caldwell e della Nato Training Mission istituita sei mesi or sono è anche di recuperare gli otto anni perduti, soprattutto per quanto riguarda l'addestramento dei poliziotti, tra progetti costosi (sei miliardi di dollari) e mal curati dai contractors di Blackwater (ora ribattezzata Xe) e DynCorp e una missione europea di polizia a guida tedesca perennemente sotto organico e inadeguata, perché non prevede l'affiancamento degli agenti afghani sul territorio.

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Tags Correlati: Afghanistan | Carmelo Burgio | Giustizia | Ignazio La Russa | Iraq | Italia | Nato | Training Mission | William Caldwell

 

Il generale dei carabinieri Carmelo Burgio, un veterano di tutte le missioni dall'Albania all'Iraq e ora alla testa del Gruppo multinazionale consultivo di addestramento della polizia afghana (Ctag-p), spiega che «ci siamo resi conto che avremmo dovuto definire un approccio molto pragmatico per far avanzare le cose, perché quanto era stato fatto finora non aveva dato i frutti sperati». Oggi la polizia afghana, nella quale «il 93% della truppa non sa né leggere né scrivere», può contare su una struttura addestrativa composta da americani (23%), italiani (19%), DynCorp (19%), tedeschi (16%) e Xe (13%) mentre fino all'anno scorso i contractor erano il 70 per cento.

Anche con l'obiettivo di contrastare la corruzione dilagante, Caldwell è riuscito a far aumentare il salario mensile dei poliziotti a 165 dollari, salario quasi equiparato a quello dei militari mentre prima era di molto inferiore. La missione della Nato ha inoltre introdotto procedure trasparenti per la selezione delle reclute e la loro destinazione operativa. Il calendario della Nato prevede di completare quest'anno l'istituzione di scuole e accademie per raggiungere nell'autunno 2011 organici sufficienti (170 mila militari e 134 mila poliziotti previsti) per la transizione, cioè il passaggio delle responsabilità della sicurezza dagli alleati alle forze afghane. Tempi molto stretti, imposti più dalla voglia di exit strategy della politica che da una pianificazione addestrativa che richiederebbe invece almeno cinque anni, come stimano alcuni ex comandanti britannici veterani dell'Afghanistan. Caldwell ha comunque precisato di aspettarsi che gli americani «continueranno a essere disponibili per assistere, negli anni a venire, le nuove forze afghane e il loro addestramento. Il nostro è un impegno tenace a lungo termine».

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