Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2010 alle ore 18:32.
L'ultima modifica è del 21 maggio 2010 alle ore 12:37.
Sky Italia chiederà un intervento a tutte le Autorità internazionali competenti, anche ricorrendo presso la Corte europea dei diritti dell'Uomo contro il disegno di legge sulle intercettazioni che «accoglie con grande preoccupazione». Per Sky queste norme «rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione, ma soprattutto costituirebbero una grande anomalia a livello europeo».
«L'aspetto più grave - ha spiegato il direttore di Sky Tg24, Emilio Carelli - è alla radice. È il fatto che si tenti di mettere il bavaglio all`attività giornalistica. Si vieta la pubblicazione di atti di inchieste fino al termine delle udienze preliminari, si vietano le riprese, si vieta la trascrizione (e anche il riassunto) di intercettazioni, anche quando confermano l`esistenza di reati: ecco, tutto questo mette in grave difficoltà il lavoro dei giornalisti». È vero che «qualche giornalista, a volte, ha abusato delle libertà che abbiamo». Però il punto - dice ancora Carelli - non è questo: «alla base dell'inasprimento contenuto in queste norme, c'è soprattutto la volontà di impedire che scoppino nuovi scandali nati da registrazioni o intercettazioni, come il "caso D'Addario"…».
Intanto si registra una svolta parziale del Pdl: verrà ritirato dalla maggioranza l'emendamento che inasprisce le sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano le notizie sulle inchieste giudiziarie. Lo ha annunciato proprio a Sky Tg24 Pomeriggio il senatore del Pdl Roberto Centaro, relatore del provvedimento in commissione Giustizia. «Dopo una riunione - ha spiegato - con il ministro della Giustizia Alfano e l'onorevole Ghedini che è il presidente della Consulta Giustizia del Pdl, si è presa la decisione, ovviamente condivisa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di ritirare l'emendamento 1.2008 del relatore che è quello che aggrava le pene per i giornalisti in caso di pubblicazione di notizie che non possono essere pubblicate. Penso - ha aggiunto Centaro - che questo possa anche stemperare tante polemiche»."
«Se verrà confermata questa indicazione si può parlare di un primo passo importante che però non risolve il problema» perché ad esempio, «la sanzione dell'arresto» rimane. «Spero che maggioranza e governo condividano la nececessità di eliminarla». Così il vicepresidente dei senatori del Pd, Felice Casson, dopo l'annuncio di Centaro.