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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2010 alle ore 08:11.
«Accidenti se li ha fregati. Li ha fregati tutti, quell'Hervé…». Con la mano sugli occhi per ripararsi dal sole, l'uomo che avanza sulla Promenade du Soleil, lungomare di Mentone, sembra l'unico a custodire certezze in questa intricata spy story dove la realtà è tutto meno ciò che sembra, sfuggente come la sabbia di queste spiagge. «Li ha fregati tutti. Le banche, la Svizzera, gli evasori fiscali. E ora tremano. Ah, quell'Hervé…». L'uomo sogghigna e se ne va, come uno che ha appena vinto alla lotteria, con il suo cagnone che scodinzola al guinzaglio.
Quell'Hervé, all'anagrafe Hervé Falciani, "monsieur Falsianì", come lo chiamano i suoi concittadini, 38 anni, bruno, elegante e con la faccia da bravo ragazzo, per gli abitanti di Mentone non è che un Robin Hood in giacca e cravatta. Ma chi sia davvero, nessuno - neppure l'uomo con il cane - può dirlo con esattezza. La sua storia è la trama di un intrigo internazionale, un racconto che si snoda ricco di insidie tra spie e servizi segreti, depistaggi, società fantasma, presunti rapimenti. E tanti, tantissimi soldi custoditi nei forzieri di una banca in Svizzera. Di sicuro si sa che Hervé Falciani, esperto informatico nato nel Principato di Monaco da una famiglia di origini toscane, doppio passaporto – italiano e francese - ha sottratto al più grande istituto di credito del mondo occidentale, la Hsbc, informazioni segrete su 127mila conti correnti appartenenti a 80mila persone di mezzo mondo: francesi, tedeschi, colombiani, cinesi. E anche italiani: 7.094 file ora al setaccio della Guardia di Finanza, la cosiddetta "lista Falciani".
Il primo tassello di questo intricato puzzle si rintraccia al numero 17 di Avenue d'Ostende a Montecarlo, filiale della Hsbc Private Bank, dove Hervé Falciani viene assunto più di nove anni fa. Il ragazzo è in gamba e fa strada. Così nel 2006 viene chiamato a Ginevra, nel polmone finanziario della banca, dove di soldi ne affluiscono a palate. Ha una moglie e una figlia ma un incontro gli cambia la vita. Lei si chiama Georgina Mikhael, ha 34 anni, è una francese nata in Libano e lavora nel suo stesso reparto. Nel febbraio del 2008 i due volano a Beirut per quello che appare il viaggio di due amanti. In realtà in Libano Hervé porta con sé un personal computer da cui non si separa mai e dei biglietti da visita con un nome che non è il suo: si fa chiamare Ruben al-Chidiack. Qui incontrano quattro banchieri sotto la copertura della Palorva, una società fantasma di consulenza informatica domiciliata a Hong Kong, della quale creano anche un sito internet.