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Manovra sprint, verso il sì martedì

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2010 alle ore 08:10.

Possibile varo della manovra biennale da 25-26 miliardi già nel consiglio dei ministri di martedì prossimo, preceduto lunedì sera dall'illustrazione preliminare alle parti sociali. Queste le indicazioni dell'ultim'ora, che emergono al termine della riunione del consiglio dei ministri dedicata per gran parte al varo del decreto legislativo sul «federalismo demaniale». Subito dopo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha incontrato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti insieme a Umberto Bossi e Roberto Calderoli. In serata Tremonti è salito al Quirinale per illustrare le linee portanti della manovra al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che domenica sera partirà per gli Stati Uniti. Infine nuovo vertice serale a palazzo Chigi.

Se questo è il nuovo probabile timing, non è escluso che alla fine occorra qualche giorno in più per perfezionare il menu. È tuttavia chiaro il segnale: occorre accelerare al massimo i tempi per fornire ai mercati e a Bruxelles il segnale della volontà del governo di porre sotto controllo i conti pubblici. La tesi del ministro dell'Economia è che i tempi della correzione siano imposti dalla crisi. Una constatazione che vale per tutti i paesi dell'eurozona. Quindi non vi è molto tempo da perdere, pur tenendo conto dell'esigenza di una maggiore collegialità nelle decisioni emersa nel corso della discussione in consiglio dei ministri e fatta propria anche dallo stesso Berlusconi. Il premier ha rivolto un invito esplicito ai ministri: «Basta parlare di ipotesi. Sulla manovra ci giochiamo la fiducia degli italiani ed è necessaria la massima attenzione».
La manovra, che potrebbe crescere fino a quota 27-28 miliardi, sarà composta da un decreto legge da approvare contestualmente a da un disegno di legge in cui inserire tutte le misure con chiaro carattere "ordinamentale". Il tutto, per ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012. L'impatto sul 2011 è quantificato in 12,8 miliardi.
Ieri in consiglio dei ministri sull'argomento vi è stato un breve scambio di opinioni, che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è limitato ad ascoltare. In particolare, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, punta a contrastare il paventato rinvio della riforma della Pa che reca la sua firma. Pausa di riflessione anche per il controllo preventivo del Tesoro sulle ordinanze della protezione civile, ed «ex ante» della Corte dei Conti.

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Tags Correlati: CGIL | Cisl | Confindustria | Consiglio dei Ministri | Corte dei Conti | Europa | Giorgio Napolitano | Giulio Tremonti | Guglielmo Epifani | Ministero del Tesoro | Politica | Raffaele Fitto | Renato Brunetta | Silvio Berlusconi | Uil | Umberto Bossi

 

Quanto al dettaglio delle singole misure, resta confermato l'impianto di base: la manovra sarà composta per buona parte da tagli strutturali alla spesa corrente, con l'aggiunta di maggiori entrate fiscali da reperire attraverso un pacchetto di interventi antievasione.
Buona parte dei tagli si concentra nella cura dimagrante per i ministeri, per il pubblico impiego che subirà il congelamento della tornata contrattuale e la proroga del blocco del turn over, per gli enti locali (che vedrebbero però accelerate le procedure per le dismissioni di loro competenza), e per la previdenza con il prospettato intervento sulle finestre di uscita del 2011 e 2012. Il taglio del 10% degli stipendi dei manager pubblici è da interpretare come un segnale, una misura simbolica comunque significativa nel momento in cui si vara una manovra correttiva che si annuncia tutt'altro che indolore. Al pari del taglio del 10-15% alle indennità di parlamentari e ministri. Confermato anche l'intervento sui falsi invalidi, il riordino degli enti previdenziali, e le risorse per la contrattazione decentrata.

Una richiesta di confronto preventivo è stata avanzata dalla conferenza delle regioni a Tremonti e al ministro competente Raffaele Fitto, con l'obiettivo di «conoscere i dettagli della manovra e avviare un percorso di dialogo in questo difficile momento del paese». La Cgil, con il segretario generale Guglielmo Epifani, definisce quello di due sere fa tra il governo, Cisl, Uil e Confindustria un incontro «tra quattro amici al bar di fronte ai problemi seri del paese. Il governo dovrà dire rapidamente, non solo alla Cgil ma a tutti, cosa intende fare. Non c'è in Europa nessuno che si è comportato così».
Pronta la replica del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «La Cgil non ha chiesto incontri informali sulla manovra. Siamo in una fase di consultazioni assolutamente informale, poi ci saranno incontri istituzionali con tutte le parti sociali». «Sacconi – è la controreplica di Epifani – può dire quello che vuole, non mi interessa».

LE TAPPE25-28 miliardi
La portata complessiva delle misure messe a punto dal ministero dell'Economia per ridurre le spese e garantire maggiori entrate potrebbe salire fino 28 miliardi. L'obiettivo: una riduzione del deficit/Pil dal 5% del 2010 al 2,7% del 2012. Nella Ruef si prevede per quest'anno una crescita del Pil dell'1%

Presentazione al Quirinale
Dopo aver illustrato i contenuti della manovra al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (alla presenza di Umberto Bossi e Roberto Calderoli), il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è salito ieri sera al Quirinale per presentare il documento al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Martedì in Consiglio
La manovra sarà composta da un decreto legge e da un disegno di legge "ordinamentale". La previsione è che venga presentata in un Consiglio dei ministri convocato per martedì ma non è da escludere che si renda necessario qualche giorno in più per completare il menù degli interventi

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