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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 08:12.
Quando è stato creato l'euro, tutti sapevano che, prima o poi, si sarebbe verificata una crisi. Era inevitabile, infatti, che nell'ambito di un progetto così ambizioso e senza precedenti in alcuni paesi (perfino nei più virtuosi) si sarebbe commesso qualche errore o si sarebbe verificato un evento imprevisto. Altrettanto chiaro, come ho detto anche in passato, è che il Patto di stabilità e di crescita era "stupido", non perché avesse finalità sbagliate, ma perché si basava su parametri meramente matematici, senza potere discrezionale alcuno, senza strumento politico in grado di farlo rispettare. Germania e Francia sono stati i primi paesi a violarlo, quantunque non in modo destabilizzante: i loro ministri delle Finanze hanno semplicemente deciso di non tener conto delle obiezioni della Commissione europea (verosimilmente perché erano "troppo grandi per poter fallire").
A causa delle difficoltà politiche, non è stato possibile proteggere l'euro. Per anni ho messo in guardia dal fatto che, benché non sia imputabile a nessuno in particolare, si sarebbero potuti verificare alcuni eventi straordinari che avrebbero costretto a una coordinazione condivisa delle politiche fiscali. Poi è subentrata la crisi greca, seria per ciò che riguarda le violazioni che l'hanno provocata, ma facilmente risolvibile, se si tiene conto delle modeste dimensioni dell'economia di quel paese.
Nondimeno è venuto a mancare un intervento tempestivo, che di fatto ha reso impossibile raggiungere un accordo in tempi rapidi in materia di disciplina fiscale. Le elezioni nello stato tedesco del Nord Reno-Westfalia hanno differito la presa di coscienza che la crisi greca rappresentava un'opportunità notevole per prendere i provvedimenti necessari in direzione di una governance economica che non era possibile quando fu creato l'euro. Ciò comporta la creazione di nuove istituzioni o enti che possano monitorare i budget degli stati membri, imporre la disciplina fiscale e sanzioni per chi viola ripetutamente le normative in questione.
Molti paesi, tuttavia, ancora adesso non sono disponibili a effettuare un cambiamento così radicale in materia di sovranità economica, anche se un'eventuale crisi (e non necessariamente quella greca) è stata argomento al centro di ricorrenti discussioni negli ambienti politici e universitari.