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Intesa Ue sulle sanzioni anti-deficit

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 08:10.

BRUXELLES. - «Cominciamo ad agire entro i limiti del Trattato in modo da agire presto»: questo il segnale lanciato ieri all'unisono da Wolfgang Schäuble e Christine Lagarde, che hanno tenuto una conferenza stampa comune al termine della prima riunione della task force guidata dal belga Herman Van Rompuy e formata dai ministri Ecofin e Commissione Ue.

Il suo compito è quello di rafforzare al più presto patto di stabilità e governance economica europea. «Solo in una fase successiva si potranno studiare opzioni che richiedano la modifica dei Trattati» ha precisato la coppia franco-tedesca, evidentemente ansiosa di dare un'immagine di armonia ritrovata dopo le recenti scintille, l'ultima sul bando unilaterale tedesco delle vendite allo scoperto sulle obbligazioni di Stato.

«Siamo partiti bene» ha commentato Giulio Tremonti. Il presidente del Consiglio Ue Van Rompuy, che ha fatto circolare tra i ministri un pacchetto di proposte in un documento di 5 pagine e mezzo, ha tenuto a sottolineare che si disegna già un consenso generale sul rafforzamento delle sanzioni, finanziarie e non, per chi non rispetterà il nuovo patto di stabilità.

Nessuno si aspettava risultati concreti dalla prima riunione del gruppo, che d'ora in poi si incontrerà in occasione degli appuntamenti mensili dei ministri Eurogruppo/Ecofin. Prossimo round, dunque, il 7 giuguo a Lussemburgo con l'idea di presentare un primo rapporto preliminare al vertice dei 27 capi di Governo dell'Unione il 16-17 giugno a Bruxelles. Niente decisioni, dunque, ma qualche segnale concreto e anche sostanzioso sì.

Il ministro delle Finanze tedesco Schauble si è presentato ai colleghi con in tasca un piano in nove punti per rafforzare la cultura della stabilità in Europa. Ed è stato sostanzialmente su questo che si è imperniata la discussione di ieri. «Si impone con urgenza un'azione per correggere le debolezze insite nelle procedure e nelle istituzioni attuali, per riformare il patto di stabilità e crescita e per sviluppare nuovi strumenti di intervento» si legge nel testo.

Schäuble propone di fissare in modo netto una serie di paletti che esorcizzino l'avvento di un'"Unione dei trasferimenti finanziari", cioè il rischio di fatto concretizzatosi con l'esplosione della crisi greca. Come? Rafforzando le procedure anti-deficit e anti-debito del patto, introducendo sanzioni che mordano davvero. Per i paesi recidivi nella violazione delle sue regole è prevista dunque, per cominciare, la sospensione dei fondi strutturali Ue fino alla possibilità di congelarne i diritti di voto in Consiglio. Non solo.

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Tags Correlati: Christine Lagarde | Ecofin | Europa | Giulio Tremonti | Herman Van Rompuy | Intesa | Politica | Ue Van Rompuy | Unione dei trasferimenti finanziari | Wolfgang Schäuble

 

In sintonia con le proposte della Commissione Ue, il piano prevede una governance economica allargata fatta di rapido consolidamento dei bilanci, di riforme strutturali e progressivo ripianamento dei divari di competititvità in eurolandia. Accetta poi l'idea di rendervi permamente la creazione di un meccanismo anti-crisi e salva-Stati. Che assomiglierà molto a un Fondo monetario europeo, nel cui statuto potrà essere prevista anche la possibilità di ristrutturare il debito di paesi che dovessero diventare insolventi, organizzandone una sorta di "ordinata bancarotta", come la definisce un diplomatico europeo.

Proprio perché, per essere realizzato, quest'ultimo punto richiederebbe la riforma del Trattato di Maastricht, per il momento non comparirà nell'agenza delle priorità più urgenti da attuare. La proposta Van Rompuy di dare ai paesi dell'euro che rispettano il patto di stabilità la possibilità di emettere debito attraverso un sistema di emissione comune, se aveva suscitato perplessità quando aveva cominciato a circolare, non ha raccolto entusiasmi quando è stata confermata. Per dirla nel linguaggio diplomatico della francese Lagarde, «l'idea degli eurobond non ha suscitato un calore straordinario, siamo focalizzati su quello che si può fare in tempi rapidi».

Una breve riunione tecnica a livello di Eurogruppo non è riuscita, nemmeno ieri, a risolvere l'equazione per rendere operativo il meccanismo di stabilizzazione da 440 miliardi. Di vendite allo scoperto e del caso tedesco si è parlato nei corridoi senza raggiugere, neanche in questo caso, nessuna particolare decisione. Del resto non attesa.

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