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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2010 alle ore 13:47.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 11:46.
Si chiama "No boat, no crime", l'operazione con la quale la Guardia di finanza del comando provinciale di Genova ha messo i sigilli al "Force blu", il mega yacht di 62 metri utilizzato da Flavio Briatore. Lo yacht è stato fermato ieri a largo di La Spezia. A bordo non c'era Briatore, ma la moglie Elisabetta Gregoraci con il figlio Falco Nathan di due mesi. I sigilli sono stati apposti per garantire la richiesta di quattro milioni da parte dell'erario.
Secondo le accuse mosse la società delle Isole Vergini britanniche, proprietaria dello yacht battente bandiera delle isole Cayman, noleggiando il natante a un cittadino comunitario è incorsa nel reato di contrabbando. I reati contestati riguardano il contrabbando dello stesso yacht e l'indebito utilizzo di carburante.
L'uso di uno yacht di nazionalità e bandiera extra Ue da parte di un cittadino dell'Unione europea concretizza l'ipotesi, spiega la Gdf, di evasione dall'imposta sul valore aggiunto (contrabbando) che andava versata alle casse dell'Erario al momento dell'ingresso nelle acque dell'Unione europea.
Flavio Briatore «aveva creato un doppio schermo di interposizione tra sè e l'imbarcazione mediante l'utilizzo di una società (la "Autumn") posseduta da "un trust"», scrive il gip di Genova Ferdinando Baldini nel provvedimento dei 13 pagine con la quale ha disposto il sequestro preventivo del "Force blue". A Briatore e a Maria Pia De Fusco, amministratore unico della "Autumn sailing limited" è contestata la violazione del Testo unico dell'Iva e di quello delle leggi doganali.
Dato che il valore approssimativo del «Force Blue» è di almeno 20 milioni di euro, l'Iva evasa si aggirerebbe sui 4 milioni. Sarebbero inoltre state evase le imposte sui rifornimenti di carburante (700mila litri di gasolio da quando la situazione è monitorata), per un ammontare di circa 550mila euro di accise e 250mila euro di Iva. La legge comunitaria prevede infatti che gli yacht immatricolati all'estero possano fare carburante senza pagare l'accisa a condizione che entro le otto ore dal rifornimento siano fuori dalle acque territoriali comunitarie. Regola che il «Force Blue» non avrebbe rispettato.
La replica di Briatore.