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Inter-Bayern, la cronaca del primo tempo

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 21:55.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 23:19.

MADRID - Il primo tempo di Inter-Bayern ha il sigillo di Diego Milito. È lui, il Principe argentino, l'unico marcatore dei primi 45 minuti di gioco di una finale così a lungo sospirata dai tifosi nerazzurri, accorsi in massa allo stadio Santiago Bernabeu per vedere gli undici di Josè Mourinho all'appuntamento con la storia. Una gara che il popolo nerazzurro attende da troppo tempo: era infatti il lontano 1965 quando lo squadrone del patron Angelo Moratti (padre dell'attuale presidente Massimo) batté il Benfica a Milano per 1-0. Poi nel '72 l'Inter tornò in finale contro l'Ajax ma Cruijff fu implacabile e condannò alla sconfitta un squadra che era, comunque, molto lontana dal livello di quella della metà degli anni Sessanta.

Mourinho, idolo dei tifosi nerazzurri, in due anni è riuscito nell'impresa di riportare l'Inter in finale di Champions League a coronamento di una stagione davvero di prim'ordine, che vede già in bacheca lo scudetto e la coppa Italia. Colpo d'occhio eccezionale in uno stadio che toglie il fiato per la bellezza e che, per una volta, non è colorato di bianco-Real ma di bianco-rosso Bayern da una parte e di nero-azzurro Inter dall'altra. Oltre 40mila i tifosi venuti dall'Italia e dalla Germania, più altrettanti appassionati spagnoli. La sfida va in scea infatti anche in curva, attravrso gli striscioni e i cori, con i tedeschi a martellare un sottofondo di incitamento continuo, mentre i supporters nerazzurri vincono nelle coreografie.

Mourinho va sul sicuro e non cambia nulla nella formazione attesa alla vigilia. Il modulo è il classico 4-2-3-1, con Maicon e Chivu esterni, Lucio e Samuel centrali di difesa, la coppia argentina Cambiasso-Zanetti a far da diga a centrocampo e rilanciare il gioco, la fase d'attacco affidata a Diego Milito, appoggiato da Eto'o e Pandev, oltre a Sneijder a ispirare le soluzioni offensive con la sua velocità e imprevedibilità. Tutto confermato anche nel Bayern, che conta su un attacco da 116 gol in questa stagione, composto dal croato Olic e dal giovane talento Muller, mentre attesissima è anche la stella olandese Arjen Robben, uno dei grandi protagonisti della marcia trionfale dei bavaresi fino al Bernabeu.

Ed è proprio Robben l'anima delle azioni offensive dei biancorossi:

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Tags Correlati: Ajax | Angelo Moratti | Arjen Robben | Bayern | Benfica | Diego Milito | Eto' | Germania | Inter | Italia | Josè Mourinho | Julio Caesar | Muller | Real | Sneijder | Sport |

 

l'olandese è smpre presente quando si tratta di crossare con ambo i piedi, di svariare dalla fascia verso il centro, di cercare gli inserimenti e di mettere pressione a Chvu, costretto anche al falo da ammonizione su u n'accelerazione dell'olandese.

Le prime fasi della gara – arbitratta dall'inglese Webb - sono abbastanza equilibrate, con tentativi di entrambe le squadre. Al 17' una sventola di Sneijder su punizione,leggermente deviata da Altintop, costringe il portiere tedesco Butt alla parata in tuffo. Nei minuti successivi ilgioco rallenta un po', il Bayern gestisce il pallone senza entusiasmo. Ma l'Inter prepara il colpaccio, preceduto da un'altra punizione di Sneijder. L'azione del gol è semplice e perfetta: rinvio di Julio Caesar oltre la metà campo, Milito appoggia di testa per Sneijder che restituisce palla in profondità all'argentio, che tira a rete sbilanciando Butt con una finta. Il Bernabeu esplode per il tifo interista. L'Inter prosegue ad attaccare ancora con Sneijder, che trova un altro varco ma batte centralmente. Le squadre vanno negli spogliatoi sull'1-0.

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