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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 08:08.
ROMA - Sui tavoli dove si costruisce la manovra i dipendenti pubblici stanno diventando sempre più protagonisti, loro malgrado. Per loro spunta anche la liquidazione a rate, cioè la dilazione in tre anni del trattamento di fine servizio (l'equivalente pubblico del Tfr) se superiore a una certa soglia ancora da fissare. Rimane per ora confermato anche l'allungamento dei tempi di pagamento della buonusicta: le amministrazioni avrebbero 180 giorni, non più 90, per avviare i versamenti senza incappare nel tasso d'interesse del 5 per cento.
Dettagli e soglie per la rateizzazione sono da definire, ma il meccanismo dovrebbe dividere l'assegno in due: una parte, fino al concorrere del tetto previsto, sarebbe pagata nei primi due anni, il resto slitterebbe invece al terzo. Con una soglia da 100mila euro, per esempio, il titolare di una liquidazione da 200mila si vedrebbe versare 50mila euro per ognuno dei primi due anni, rimandando al terzo anno l'appuntamento con gli altri 100mila.
Sembra certo anche il blocco della contrattazione per il 2010/2012, che avrebbe dovuto vedere il debutto della triennalizzazione dei rinnovi (di parte sia giuridica sia economica) sul modello introdotto per il settore privato. Il congelamento contrattuale, secondo le bozze della manovra, riguarda anche le forze di sicurezza, non prevede «possibilità di recupero», ma fa salva l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale disciplinata dalla finanziaria 2009, che con gli indici attuali si attesta intorno allo 0,9% dello stipendio tabellare, cioè la voce base al netto delle varie integrazioni. Il risparmio per il bilancio pubblico dovrebbe quindi essere inferiore del 20-30% rispetto ai 5,3 miliardi stimati dalla Corte dei conti come costo complessivo dei rinnovi. Lo stop ai contratti si porta con sé un blocco fino al 2013 degli automatismi stipendiali previsti per il personale non contrattualizzato e per quello di diritto pubblico, dai magistrati agli avvocati dello stato, dai professori universitari a militari, prefetti e diplomatici. Il freno potrebbe anche guardare indietro, ai contratti relativi al 2008/2009 approvati ma non ancora efficaci perché manca il via libera della Corte dei conti: nel loro caso si tratterebbe però solo di una limatura, destinata a cancellare gli eventuali aumenti superiori alla quota del 3,2% prevista per tutti i comparti. Una sforbiciata del 10% è in arrivo poi per i componenti degli organi di autogoverno delle magistrature (dall'Anm al consiglio di giustizia tributaria), mentre le amministrazioni statali dovrebbero essere chiamate a dimezzare le spese per co.co.co. e contratti a termine.