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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 08:09.
Corsi e ricorsi. Prima l'ascesa dei vari Ricucci, Coppola e Zunino, più conosciuti come i furbetti del quartierino, poi il repentino declino e ora una nuova scommessa immobiliare: nuovi volti e capitali italiani misto estero pronti a ridisegnare la mappa del mattone. Quello che è stato il settore più bersagliato nonché più stigmatizzato, perché reputato il responsabile di quella che è diventata la crisi delle crisi, sembra giunto al giro di boa. Certo ci sono volute scissioni, aumenti di capitali, riorganizzazioni del debito, scioglimento di joint venture, vere e proprie ristrutturazioni con a volte anche passaggi in Tribunale.
Ma oggi le diverse Pirelli Re, Risanamento, Ipi, Beni Stabili e Aedes, forti di una nuova identità ma con capitalizzazioni ancora sacrificate rispetto al patrimonio di proprietà, sono tornate sotto i riflettori. Intanto perché il mattone ormai viene giudicato assieme all'oro il nuovo bene rifugio in un momento in cui mercati, titoli di Stato e bond faticano a rappresentare una alternativa valida. Prova ne è – si fa notare – la buona tenuta dei fondi immobiliari rispetto agli indici azionari. E poi perché, secondo quanto ricostruito da banche d'affari ed esperti, c'è una pattuglia di nuovi immobiliaristi pronta a cavalcare la nuova onda grazie anche al contributo o al supporto di capitali stranieri. L'offerta, del resto, non manca: considerando solo il portafoglio di trading e le aree di sviluppo in vendita si parla di oltre 3 miliardi di euro di progetti e immobili. Senza considerare, poi, che in alcuni casi, vedi Pirelli Re o Aedes, l'eventuale investimento nel mattone potrebbe coincidere con un profondo riassetto azionario.
Mattone a confronto
Due numeri danno l'idea di come, negli ultimi mesi, si è comportato il settore immobiliare. Guardando per esempio i fondi immobiliari, sebbene poco liquidi, complessivamente la performance media da inizio anno è risultata negativa di appena l'1,5%. Hanno fatto meglio solo i titoli di Stato italiani e i corporate Bond europei che secondo gli indici di Jp Morgan e Banca Fideuram, hanno assicurato un total return compreso tra l'1,8 e il 2,1%. Niente, in realtà, se paragonato alle prestazioni di alcuni fondi immobiliari presenti nel paniere italiano: Investietico ha guadagnato oltre l'11%, Amundi Re Italia ha segnato +8,6% e Polis un +5,69%, mentre Olinda Fondo Shp è salita del 4,92%. Fanno da contraltare il fondo Atlantic 2 Berenice che ha perso da solo il 21% del proprio valore, così come il fondo Beta che è sceso del 10,3% o l'Immobilium 2001 che è caduto del 9%. Andamenti più in sintonia con i mercati: il Ftse Mib è sceso del 17% da inizio anno. Stessa musica se si guarda alle società immobiliari quotate in borsa: l'indice settoriale, il Ftse Italia All Share Real Estate, ha perso il 19,36% ma è convinzione diffusa che la Borsa non stia tenendo conto del patrimonio effettivo presente nel portafoglio delle società.