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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 08:07.
Fatturazioni monitorate dal fisco e pagamenti tracciati solo sopra una certa soglia, nonché il rilancio della caccia ai falsi poveri, il contrasto al gioco nero e la semplifcazione di adempimenti e oneri detraibili. È un cantiere aperto e soltanto nelle prossime ore l'amministrazione finanziaria e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, definiranno la nuova stretta contro "i veri evasori" su cui poggerà il fronte entrate della manovra biennale 2011-2012.
Tra le misure antievasione, dunque, potrebbe trovare posto anche l'obbligo di comunicazione all'amministrazione finanziaria delle operazioni commerciali al di sopra di un determinato importo. In sostanza una sorta di comunicazione obbligatoria simile a quella del decreto legge incentivi che entrerà in vigore dal prossimo 1° luglio per il monitoraggio delle cessioni e degli acquisti effettuati con operatori residenti in paradisi fiscali.
L'obiettivo di introdurre la comunicazione periodica delle fatture più elevate sarebbe sempre quello di poter contrastare le frodi Iva, come quelle delle cosiddette "cartiere" o delle false fatturazioni.
L'operazione, inoltre, viaggerebbe in abbinata con la tracciabilità dei pagamenti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) di cui si stanno ancora definendo i dettagli. In primo luogo la soglia da cui far scattare l'obbligo, per il pagamento delle transazioni commerciali, di bancomat, carte di credito, bonifici, assegni bancari o postali. I limiti indicati dalla norma del decreto "Visco-Bersani" sull'utilizzo del contante erano stati abrogati in quanto giudicati dall'Economia da «stato di polizia». Per tanto si stanno ipotizzando soglie ben al di sopra dei 100 euro fissata nel 2006 e che potrebbero essere fissate in 2mila-3mila euro. Soglia che, se così fosse, sarebbe però più bassa di quel limite di 5.000 euro che lo stesso decreto Visco-Bersani del 2006 imponeva per l'utilizzo degli assegni circolari ai fini dell'obbligo di segnalazione agli organi di controllo.
Interessati all'operazione di monitoraggio sull'uso del denaro contante saranno principalmente professionisti e autonomi al momento di incassare i pagamenti delle prestazioni rese. Non è ancora chiaro se, oltre alla tracciabilità dei pagamenti, l'amministrazione finanziaria voglia ritornare all'obbligo, per professionisti, artigiani e commercianti di aprire il cosiddetto "conto dedicato". Ovvero un conto, bancario o postale, su cui il professionista o il lavoratore autonomo dovrebbe far transitare tutti i movimenti in entrata e in uscita connessi all'attività esercitata. Occorre comunque ricordare che la misura, introdotta sempre nel 2006, finì per essere sterilizzata dalla stessa amministrazione finanziaria in via interpretativa.