Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2010 alle ore 16:19.
NEW DELHI – Nel corso di una rara conferenza stampa, il primo ministro indiano Manmohan Singh ha indicato ieri nella lotta all'inflazione l'obiettivo più importante del suo governo e ha sottolineato l'importanza di intrattenere buoni rapporti con il Pakistan affinché il paese possa continuare a crescere. Rispondendo alle domande di decine di giornalisti dei media locali, Singh ha insistito sui temi più cari alla coalizione di governo guidata dal Congress Party, come quello della "crescita inclusiva", e ha evitato di prendere posizioni nette sulle accuse di corruzione e di interferenze nel lavoro delle agenzie investigative recentemente piovute sul suo esecutivo.
«Sono fiducioso – ha detto Singh – che entro il mese di dicembre riusciremo a rallentare il tasso d'inflazione, facendolo scendere al 5-6%», un obiettivo piuttosto ambizioso a fronte di un livello dei prezzi all'ingrosso che ad aprile ha toccato quota 9,59% e in presenza di un'economia che sta riprendendo a crescere ai ritmi pre-crisi.
Un fattore che potrebbe essere determinante nella capacità di contenere gli aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità sarà come al solito il monsone che continua a essere la principale fonte d'irrigazione di intere regioni rurali del paese. L'India è reduce da un'estate, quella del 2009, in cui l'alternanza di alluvioni e siccità ha inciso pesantemente sull'output agricolo facendo lievitare i prezzi di quelle verdure e cereali su cui si basa quasi per intero la dieta di centinaia di milioni di indiani.
Sul fronte del Pil, il primo ministro non ha nascosto l'ambizione di riportare il tasso di crescita all'8,5% dopo la flessione accusata negli ultimi due anni in parte per il calo fisiologico a cui stava andando incontro l'economia indiana dopo un triennio al di sopra del 9% e in parte per l'impatto della crisi mondiale sulle esportazioni e la fiducia dei consumatori. Un ottimismo condiviso dagli investitori internazionali che nell'ultimo anno hanno visto nell'India una delle economie che ha saputo reggere meglio all'impatto della recessione mondiale. Prova ne è il fatto che negli ultimi 12 mesi il Sensex, l'indice guida dei titoli del Bombay Stock Exchange, è cresciuto di circa il 20% rispetto al 13,2% del Msci Asia Pacific Index.