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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:01.
ROMA - Esposizione preliminare, questa mattina, della manovra correttiva biennale alle autonomie locali e alle parti sociali, preceduta ieri sera dalla riunione della Consulta economica del Pdl nel corso della quale il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha esposto i contenuti del decreto ormai in dirittura d'arrivo. Al termine dell'incontro, è giunto un sostanziale via libera alla manovra, che sarà «equa ma comunque impegnativa» secondo il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto.
L'accelerazione voluta da Tremonti, e per molti versi subita dallo stesso premier Silvio Berlusconi, con alcuni mal di pancia all'interno della stessa maggioranza, consentirà al Consiglio dei ministri convocato nel tardo pomeriggio di varare la manovra. Si tratta - osserva con una certa schiettezza il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta - di una serie di sacrifici molto pesanti, molto duri che siamo costretti a prendere spero in maniera provvisoria per salvare il nostro paese dal rischio Grecia».
Il passaggio politico all'interno della maggioranza è stato chiesto espressamente dal Pdl e condiviso da Berlusconi, che ha invocato maggiore collegialità nella messa a punto di una manovra che comunque si annuncia imponente: 24 miliardi nel biennio 2011-2012, secondo quanto ha reso noto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. A tale importo si aggiungerebbero circa 3 miliardi di oneri da rifinanziare per l'anno in corso, tra cui i fondi per le missioni internazionali valutati in 500 milioni. La correzione del deficit è pari allo 0,8% del Pil nel 2011 (12 miliardi) e di altrettanto nel 2012, così da ridurre l'anno prossimo il deficit al 3,9%, contro il 5% atteso a fine 2010. Nel 2012 si dovrebbe scendere al 2,7 per cento.
È il percorso chiesto da Bruxelles fin dal scorso dicembre e sottoscritto da Tremonti nell'aggiornamento del programma di stabilità di gennaio e nella «Relazione unificata» di fine aprire. «Non ci saranno nuove tasse né condoni», assicura Bonaiuti. «Nessuno metterà le mani in tasca ai cittadini e non ci sarà macelleria sociale», anche se anche per il nostro paese è giunta «l'ora dei sacrifici. In un periodo di riduzione generale delle spese è giusto che chi guadagna di più dia un segnale equo al paese».