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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 22:07.
Senza un'operazione pulizia la Grecia, che viaggia con un debito pubblico pari a 300 miliardi di euro e un deficit del 13,7%, non potrà farcela a rimettere i conti a posto in quattro anni come promesso alla Ue, Bce e Fmi. Così il ministro delle Finanze ellenico, George Papaconstantinou, dopo aver ricevuto la prima tranche nei giorni scorsi del maxi-prestito Ue-Fmi di 110 miliardi di euro ha lanciato un'operazione trasparenza sul Fisco, con controlli su redditi e patrimonio dei dipendenti dell'Agenzia delle Entrate e un profondo repulisti ai vertici dell'erario. L'obiettivo è migliorare il flusso delle entrate fiscali oggi prosciugate come un fiume in secca.
Il sito del quotidiano finanziario greco Naftemporiki ha reso noto che il ministero delle Finanze, ha annunciato in una nota che saranno sostituiti 20 dirigenti dell'Agenzia che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati e che sono in corso controlli su oltre 200 dipendenti del dicastero. Un giro di vite che avrebbe già portato alla luce possibili casi di corruzione: «In base alle indagini preliminari - si legge nella nota del ministero - 70 dipendenti del ministero hanno attività immobiliari dal valore compreso fra gli 800mila e i tre milioni di euro», con una media di oltre 1,2 milioni di euro. Ricchezze patrimoniali che con un salario di 50mila euro all'anno di media dei funzionari sotto inchiesta dovranno trovare spiegazioni più che convincenti altrimenti il dossier passerà alla magistratura.