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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 10:49.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2010 alle ore 08:05.
Eurolandia è insolvente? Nelle ultime settimane, tutti si sono concentrati sulla solvibilità di Grecia, Spagna e Portogallo. Ma nessuno ha mai messo in discussione quei paesi che garantiscono il debito dell'Europa meridionale.
È impossibile rispondere a questa domanda con sbrigativi riferimenti al rapporto fra debito e Pil nei paesi dell'Eurozona. È un approccio macroeconomico che qui serve a poco: secondo questi dati, Eurolandia si trova in una posizione migliore degli Stati Uniti, della Gran Bretagna o del Giappone.
Il problema è che quei numeri non tengono conto del credito condizionato e delle interconnessioni di flussi finanziari.
La tipologia più consistente di credito condizionato è quella costituita dalle varie garanzie offerte negli ultimi due anni dai paesi dell'Eurozona. I governi della Ue hanno garantito le passività di tutto il settore bancario, e anche tutti i depositi bancari fino a un certo limite. Gli stati membri dell'euro hanno garantito il debito greco per i prossimi tre anni, e poi hanno esteso lo stesso meccanismo a tutto il resto di Eurolandia. E queste garanzie probabilmente dovranno essere raddoppiate.
Ho già osservato che non era un caso che l'Eurozona avesse creato uno special purpose vehicle, la cosiddetta "società veicolo", per gestire questo salvataggio. Non è solo il nome a richiamare alla mente le famigerate strutture finanziarie che hanno determinato la crisi dei subprime: i paralleli ci sono, e sostanziali.
Al pari di un'obbligazione Cdo subprime, la società veicolo dell'Eurozona manca di trasparenza. Le regole operative non sono chiare e sono oggetto di contesa fra gli stati membri da quando i leader politici hanno annunciato l'accordo. È il caso di dare un'occhiata anche al debito garantito da questa "società veicolo". Ft Alphaville ha scovato un rapporto del Credit Suisse, che analizza il problema fino alle sue conseguenze più gravi. Prima dell'avvio dell'Unione monetaria, nel 1999, i paesi della Ue prendevano denaro in prestito a tassi differenti, e gli spread fra gli uni e gli altri riflettevano le aspettative sui riallineamenti futuri del tasso di cambio e le probabilità di un default. Con l'arrivo dell'euro, gli spread sono quasi scomparsi. Come i Cdo subprime, che godevano di rating a tripla A grazie alla loro composizione, tutta Eurolandia poteva contare su un rating tripla A grazie alla Germania. La conseguenza è stata un grande boom del credito in Spagna e in Portogallo, e quei crediti venivano riciclati attraverso il sistema bancario dell'Eurozona. I banchieri di Düsseldorf, Monaco di Baviera e Parigi compravano titoli ipotecari spagnoli e titoli di stato greci, aggiungendoli tutti contenti alle loro preziose collezioni di Cdo subprime.