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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:05.
CITTÀ DEL VATICANO - Serve in Italia un forte e nuovo impegno bipartisan per affrontare il nuovo giro di vite e le nuove ristrettezze imposte dalle decisioni dell'Unione Europea per affrontare gli ulteriori sviluppi della crisi economica, che prima di tutto colpisce l'occupazione. Davanti ai vescovi italiani arrivati a Roma per la 61esima assemblea annuale della Conferenza episcopale italiana, il presidente Angelo Bagnasco ha auspicato «un responsabile coinvolgimento di tutti nell'opera che si presenta sempre più ardua».
Il cardinale - che ha al suo attivo il successo della giornata in solidarietà del Papa lo scorso 16 maggio, quando con il concorso di tutte le associazioni cattoliche del paese ha portato in Piazza San Pietro oltre 200mila persone - ha denunciato la disoccupazione, l'angoscia per il lavoro, specie nel sud d'Italia ed ha chiesto «un supplemento di sforzo e di cura all'intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti». Il porporato - davanti a circa 250 vescovi riuniti nell'aula del Sinodo della sala Nervi - ha rilevato che l'uscita dalla crisi non significherà nuova occupazione, il che «pare una ragione decisiva per procedere, senza ulteriori indugi, a riforme che producano crescita, mettere il più possibile in campo risorse che finanzino gli investimenti, in altre parole potenziare le piccole e medie industrie, metterle in rete anche sul piano decisionale, qualificare il settore della ricerca e quello turistico, potenziare l'agricoltura e l'artigianato, sveltire la distribuzione, facilitare il mondo cooperativistico. Bisogna cioè rinforzare i soggetti che meglio esprimono le qualità del territorio e più possono assorbire e rimotivare leve del lavoro». Da parte sua la Chiesa, assicura, «fa tutto ciò che può inventando anche canali nuovi di aiuto, senza che i precedenti siano nel frattempo messi fuori uso, ma è ovviamente troppo poco rispetto ai bisogni».
Per il cardinale il protrarsi della crisi economica mondiale si sta rivelando più lunga del previsto e i provvedimenti ultimamente adottati in sede Ue hanno da un lato arrestato lo scivolamento verso il peggio, dall'altra però stanno imponendo nuove ristrettezze a tutti i cittadini. «Dinanzi a questo scenario non possiamo da parte nostra non chiedere ai responsabili di ogni parte politica di voler fare un passo in avanti, puntando come metodo ad un responsabile coinvolgimento di tutti nell'opera che si presenta sempre più ardua».