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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 12:20.
La festa spontanea a San Siro nella notte della vittoria dell'Inter a Madrid sul Bayern è iniziata intorno alla mezzanotte di sabato, dopo che i caroselli di auto, partiti da tutta la città e non solo, si sono diretti verso lo stadio. Tutto il quartiere si è animato, con il solito contorno di banchetti di gadget e panini, come nelle grandi occasioni. Verso le 2:30 hanno aperto i cancelli dello stadio e il primi due anelli si sono riempiti. Si aspettava l'arrivo della squadra da Madrid. Dopo ancora un'ora di baldoria, cori e festeggiamenti con le immagini del trionfo proiettte sui maxi-schermi, la stanchezza ha avuto il sopravvento ed è sceso il silenzio. Molti hanno recuperato un po' di sonno. Ma intorno alle 6 di domenica mattina la sorpresa: la squadra è arrivata davvero. Riparte il coro, nei palazzi vicini la gente si sveglia. E' un rumore insolito per quell'ora. Alle 6.08 l'esplosione di gioia, tra fumogeni e fuochi d'artificio, con le note dell'inno: "Pazza Inter...". Bisogna essere un po' pazzi per passare una notte sugli spalti di San Siro in attesa dei campioni. Ma dopo 45 anni dall'ultima coppa, qualche ora in più per chi non era potuto andare a Madrid è stato nulla.
"Capitan Zanetti alzava la coppa - ha raccontato Andrea Ferrari, uno dei tifosi che ci ha inviato le foto della 'veglia' - e con lui Cordoba, Cambiasso, Milito, Lucio, Stankovic, Thiago Motta, Materazzi ed Eto'o". Poi il 'Capitano' ha ringraziato i tifosi e dal prato Arnautovic ha iniziato a organizzare la ola sugli spalti mentre gli altri giocatori facevano il giro di campo con la Coppa. Un'emozione indimenticabile". Poi tutti a casa, nel traffico da fine partita alle 6.30 del mattino, con il sole già alto e qualcuno dai terrazzi che imprecava "Ma cos'è 'sto caos: è domenica mattina!". Ma non erano interisti.