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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 15:24.
«Nella legge sulle intercettazioni ci sono due valori fondamentali da garantire: il valore della informazione e quello della privatezza e riservatezza personale». A dirlo è il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, al termine dell'assemblea dei vescovi italiani. «Si tratta - ha detto - di valori che sono fondamentali e non di qualche parte, cioè che attengono tutte le persone».
Bagnasco ha difeso la norma prevista dal Concordato tra Italia e Chiesa, secondo cui, qualora venga aperto un procedimento penale contro un ecclesiastico, la Santa Sede ne deve essere informata. In base a questa prassi, ha spiegato, va anche il ddl sulle intercettazioni. «È un atto di rispetto che non va a inficiare le indagini», ha rimarcato.
Bagnasco ha sottolineato che «la prassi informativa è molto antica se c'è un procedimento verso un vescovo. Non siamo dipendenti della Santa Sede ma c'è un legame profondo con il Santo Padre e dunque informare la Santa Sede è un atto di rispetto verso questo ordinamento particolare che è la Chiesa, e certamente non va a danno di nulla».