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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 22:45.
Lo spettro di ciò che Katrina ha significato per George W. Bush incombe su Barack Obama per colpa di Bp e della marea nera nel Golfo del Messico. Così, per dare un segnale forte, ancorché forse tardivo (il disastro risale ormai al cinque settimane fa e il danno per l'ecosistema è incalcolabile oltre che irrimediabile per lungo tempo) il presidente degli Stati Uniti è volato nuovamente in Louisiana.
Parlando da Grand Isle, Obama ha detto che la fuoriuscita è «un attacco alla costa, al popolo e all'economia della regione», ha promesso agli abitanti della Louisiana che «non saranno lasciati soli» e che il governo lavorerà fino a quando la fuoriuscita non sarà fermata e tutte le spiagge ripulite. Obama ha visitato una spiaggia a sud di New Orleans che è minacciata dalla marea nera, si è sporcato le mani con il catrame ed ha annunciato che sarannio triplicati gli uomini per rispondere alla catastrofe ecologica. Il presidente si è fermato sulla riva per osservare l'orizzonte, dove erano visibili delle piattaforme petrolifere, che oggi appaiono minacciose almeno quanto l'ormai famigerata Deepwater Horizon, sulla quale, inseguito a un'esplosione, hanno perso la vita 11 persone.
Intanto, prosegue lo sforzo di contenimento della fuoriuscita di greggio sul fondale da parte di Bp. Da quasi tre giorni sono iniettati fango e liquidi ad alta densità nel pozzo sul fondo del mare. La manovra, nota come Top kill, non è mai stata tentata a queste profondità (1.500 metri) e, sebbene la Guardia Costiera e Bp abbiano registrato un certo successo, gli sviluppi delle prossime ore saranno "cruciali" e, come detto dall'amministratore delegato di Bp Tony Hayward, non ci saranno certezze prima di altre 48 ore.
Obama ha detto che un gruppo di esperti è pronto ad intervenire se Bp non produrrà risulati. Giovedì il presidente ha tenuto una confernza stampa alla Casa Bianca dove si è detto «arrabbiato e frustrato» per il prolungarsi della situazione, ma ha difeso l'operato del governo nella gestione della crisi. Ha rifiutato le accuse alla sua amministrazione di aver lasciato il controllo delle operazioni di emergenza nelle mani di Bp, dicendo che ogni mossa della società viene approvata dalla Casa Bianca in anticipo.