Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 08:37.
CITTÀ DEL VATICANO - Nei giorni i cui il governo vara le drastiche misure anticrisi e gli industriali sollecitano riforme per rilanciare lo sviluppo, Benedetto XVI ha rivolto il suo appello «ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale». Il nuovo appello del Papa è stato lanciato nel discorso ai vescovi italiani riuniti in Vaticano nella loro 61esima assemblea generale, aperta dal cardinale Angelo Bagnasco che, lo scorso lunedì, aveva proprio messo l'accento sul dramma dell'occupazione.
Ma la giornata è stata segnata anche da un ritorno di Ratzinger sul tema della pedofilia, che sta scuotendo da dentro e in profondità la Chiesa, che ha detto il Papa è «segnata dalle ferite», per «la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri»: ma è da «questa umile e dolorosa ammissione» che occorre ripartire per «promuovere il rinnovamento interiore» dei sacerdoti. Secondo Benedetto XVI, ciò che è «motivo di scandalo» deve spingere la Chiesa a un «profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall'altra la necessità della giustizia». Parole che non suonano nuove, e riecheggiano la famosa dichiarazione in aereo di metà maggio, quando in volo per il Portogallo aveva sancito che il male viene da dentro il corpo della Chiesa, e non quindi da fantomatici complotti esterni. Insomma, di fronte ai vescovi italiani – che devono affrontare diversi casi di pedofilia tra i religiosi, almeno un centinaio, come dichiarato dalla Cei – è stata ribadito l'appello per un'azione rinnovatrice della Chiesa che parta dall'interno.
Parlando ai circa 250 presuli nell'Aula del Sinodo, Ratzinger, oltre ad affrontare il tema centrale della emergenza educativa, ha battuto il tasto sullo scandalo degli abusi sessuali. «La volontà di promuovere una stagione di evangelizzazione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri», ha detto Ratzinger. «Questa umile e dolorosa ammissione – ha proseguito – non deve, però, far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti».