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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2010 alle ore 16:26.
«Il centro sperimentale di cinematografia, la Triennale di Milano e il Vittoriale non possono in alcun modo essere considerati lussi». Parole del ministro della Cultura, ma anche coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, che aggiunge: «Il ministero è stato esautorato, avrei voluto che le decisioni venissero prese insieme».
La presa di posizione insolitamente critica di Bondi, che seguele polemiche sui 232 fra enti, istituti e fondazioni destinate a perdere i contributi statali per i tagli contenuti nella manovra correttiva, fanno salire ancora la febbre nella maggioranza per la cura «salva-euro» proposta dal decreto inviato sabato al Quirinale. «Sono in totale sintonia con Tremonti», si affretta a chiarire il titolare dei Beni culturali, ma l'esclusione di uno dei tre coordinatori del Pdl dalle scelte strategiche sulla manovra offre nuovi argomenti ai critici sulla gestione del partito.
Tutto nasce dall'elenco degli enti inutili su cui, secondo il provvedimento, «il finanziamento pubblico cessa». Sotto la scure è finito di tutto, dalla Fondazione Sturzo alla Gramsci, fino alcentro sperimentale di cinematografia diretto da Francesco Alberoni. «I saldi sono da rispettare ma saranno i ministri competenti a decidere come, dove e quando tagliare - getta acqua sul fuoco il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che alla fine ne fa una questione di stipendi -: va ricordato che i dipendenti di queste realtà non saranno licenziati ma assorbiti dai rispettivi ministeri vigilanti, e che a perdere il reddito saranno le cariche politiche, cioè i consiglieri di amministrazione e il presidente».