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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2010 alle ore 16:53.
PALERMO. È un quadro magmatico quello che emerge dalle elezioni amministrative che si svolgono oggi e domani in quarantuno comuni della Sicilia. Centro-destra e centro-sinistra si scompongono e ricompongono, nei diversi centri in cui si vota, secondo schemi imprevedibili e in taluni casi contraddittori con gli equilibri della Regione, dove il Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo governa con il sostegno determinante del Pdl Sicilia, il gruppo parlamentare promosso dal sottosegretario "ribelle" Gianfranco Miccichè e dagli uomini di Gianfranco Fini.
Miccichè, tuttavia, evita rotture plateali con il proprio partito. La contrapposizione con il Pdl "lealista", guidato da Angelino Alfano e Renato Schifani, è percettibile solo in qualche comune. E gli stessi finiani, che appena qualche settimana fa, dopo lo strappo tra il presidente della Camera e Silvio Berlusconi, sembravano in procinto di staccarsi dal Popolo della libertà, oggi si presentano con liste distinte da quelle della casa madre, ma solo in qualche sporadico caso. Chi appare, invece, più lacerato è il Pd, la terza gamba del governo Lombardo, che sostiene la giunta dall'esterno e ha contribuito ad approvare la recente legge finanziaria regionale.
Comuni come Gela, Ribera e in modo particolare Enna, roccaforte dei democratici e unico capoluogo che partecipa alle consultazioni, sono lo specchio di queste contraddizioni. A Enna è scoppiato un caso politico nel Pd per una lettera sottoscritta tra gli altri dal senatore Giuseppe Lumia e indirizzata al segretario nazionale, Pier Luigi Bersani, i cui firmatari chiedevano che non fosse candidato a sindaco il legittimo vincitore delle primarie, il senatore Mirello Crisafulli. Al centro della contestazione, una vecchia vicenda giudiziaria - l'incontro di Crisafulli con un politico legato alla mafia - da cui il senatore ennese è già uscito prosciolto in istruttoria. Il partito ha dato ragione a Crisafulli, ma questi per ricomporre la frattura ha dovuto fare un passo indietro lasciando che si candidasse un suo fedelissimo, Paolo Garofalo.
In realtà a dividere i due parlamentari del Pd è soprattutto il governo Lombardo, di cui Lumia è un sostenitore della prima ora insieme ad Antonello Cracolici, al contrario di Crisafulli, che vorrebbe allearsi con l'Udc e vede in Lombardo un pericoloso avversario. Enna, inoltre, è forse il solo Comune della Sicilia in cui il movimento del governatore vada a braccetto con il Pdl "lealista". Mpa e Popolo della libertà sostengono infatti il candidato Angelo Moceri. Per raggiungere l'accordo elettorale pare si sia mosso anche Schifani. Sarà certamente un caso, ma la stampa locale scriveva nei giorni scorsi che il recente riavvicinamento di Miccichè al Pdl "lealista" è stato accompagnato da qualche segnale di disgelo tra Lombardo e Berlusconi.