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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 08:02.
Condominio italiano, anzi provinciale: rispetto alla normativa di molti paesi europei le nostre regole sono evidentemente obsolete, anche se la discussione sulla riforma sta riprendendo quota in Senato.
«Dopo la norma sulle intercettazioni, che ha assorbito i lavori della commissione Giustizia – dice il relatore Franco Mugnai - tra pochi giorni ricominceremo a discutere gli emendamenti al testo unificato, che tengono conto delle osservazioni. In particolare sulla questione delle garanzie che l'amministratore deve fornire».
Stando alle indiscrezioni, nel nuovo testo unificato sta per ritrovare posto una delle questioni più controverse: sarebbe prevista una formula assicurativa, decisamente meno impegnativa, sotto il profilo economico, della fidejussione prestata «per un valore non inferiore agli oneri prevedibili della gestione annuale» indicata nel primo testo unificato. Nel secondo testo, presentato a fine febbraio, era scomparso il comma incriminato; tuttavia, nonostante l'onerosità, tra gli amministratori la novità aveva suscitato interesse, come discriminante per escludere i dopolavoristi. Altre modifiche riguardano, tra le altre, l'amministratore, che di fatto dura in carica quattro anni (due, più due di rinnovo automatico) e non dovrà più effettuare gli accessi su semplice sospetto di difetto delle condizioni di sicurezza. Inoltre, l'accessibilità all'estratto del conto corrente bancario condominiale è garantita in forma autonoma a ciascun condomino. L'assemblea potrà esentare l'amministratore dall'azione automatica e immediata contro i morosi.
Le prospettive della norma sono, secondo Mugnai, buone: «Il consenso degli altri gruppi, informalmente, c'è già. Attualmente il termine per gli emendamenti è chiuso e questo nuovo testo potrei presentarlo da solo. Ma spero di arrivare a una presentazione condivisa e a un'approvazione rapida nelle prossime settimane», conclude il relatore.
Del resto la riforma si impone anche per un semplice confronto con la situazione degli altri paesi. Oltre che nella ricerca che sarà presentata domani (si veda l'articolo qui a fianco), il gap era emerso con chiarezza a fine 2009, quando in un convegno organizzato da Anaci Padova tre amministratori europei avevano illustrato in dettaglio non solo la normativa ma anche le questioni di vita quotidiana condominiale.