Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 17:39.
Dopo lo scontro istituzionale di lunedì fra il presidente della Camera Gianfranco Fini e quello del Senato Renato Schifani, oggi il confronto sulle intercettazioni dentro il Pdl non appare in discesa. In una riunione tra i vertici azzurri in Senato e il ministro della Giustizia Angelino Alfano è arrivata una prima risposta ai dubbi del cofondatore del Pdl: è un sonoro no alla richiesta di modificare la durata massima di 75 giorni per poter effettuare le intercettazioni.
Quanto alla norma transitoria (anche questa invisa a Fini), che permette di applicare la riforma ai processi in corso, le posizioni sembrano più differenziate. Se il capogruppo dei senatori Maurizio Gasparri esclude ogni modifica, il capogruppo in commissione Giustizia Filippo Berselli lascia aperto uno spiraglio: «Sulla norma transitoria stiamo riflettendo».
Insomma, dopo il riavvicinamento degli ultimi giorni tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, tra i due cofondatori del Pdl si è di nuovo frapposto un solco profondo.
Dicono che la riunione dello stato maggiore del partito fissata per mercoledì pomeriggio a Palazzo Grazioli fosse già in calendario, fatto sta che se ne è avuta notizia solo dopo il nuovo stop di Gianfranco Fini al testo sulle intercettazioni del Senato. E le gole profonde che si muovono nelle residenze romane del premier assicurano che le "due" linee del Pdl che ormai si scontrano in Parlamento saranno il primo punto all'ordine del giorno della riunione. Prima che di intercettazioni, dunque, si parlerà di equilibri interni al partito.
Difficile per ora immaginare una tregua, o ancor di più, una "pax" tra maggioranza e finiani come chiesto oggi da Italo Bocchino. L'idea di trovare un accordo subito in Senato su norma transitoria e durata degli ascolti per velocizzare poi l'approvazione del testo alla Camera non è stata accolta con un battimani. Ora il premier dovrà scegliere se imboccare la strada di un compromesso o quella di un nuovo duro scontro dentro il partito.