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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2010 alle ore 12:14.
Una casa della moglie di Guido Bertolaso e due appartamenti di Propaganda Fide presi in affitto da Antonio Di Pietro: su questo si sarebbe soffermato l'architetto Angelo Zampolini in un nuovo interrogatorio davanti ai pm di Perugia titolari dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. Zampolini è accusato dai magistrati del capoluogo umbro di aver riciclato denaro che gli inquirenti sospettano provenire dall'imprenditore Diego Anemone. Nel nuovo interrogatorio all'architetto, i magistrati avrebbero mostrato la cosiddetta "lista Anemone" e chiesto chiarimenti sugli oltre 350 nomi che vi compaiono.
Ed è in questo quadro che Zampolini avrebbe fatto riferimento al capo della protezione civile e al leader dell'Italia dei valori. Gli aspetti che riguardano Di Pietro non verrebbero ritenuti di particolare interesse dagli inquirenti, mentre più importante dal punto di vista delle indagini sarebbe considerato quanto detto da Zampolini in merito all'appartamento della moglie di Bertolaso.
Nella lista Anemone, Bertolaso viene associato a due appartamenti, uno ai Parioli e l'altro in via Giulia, a Roma. Per quanto riguarda quello ai Parioli, comprato all'inizio del 2000, il capo della Protezione civile, a palazzo Chigi aveva detto di avere usufruito di lavori di ditte del gruppo Anemone saldando il conto di 20 mila euro con un assegno, la cui copia è stata anche pubblicata sul sito del dipartimento. Per la casa di via Giulia, Bertolaso ha sempre detto di avere usufruito per un periodo di un appartamento prestato da un amico.
Zampolini è considerato una delle figure centrali dell'inchiesta in corso a Perugia. Dagli accertamenti è infatti emerso che da lui provenivano gli assegni circolari utilizzati per coprire in parte il costo degli acquisti di case per l'ex ministro Claudio Scajola, per il generale della guardia di finanza Francesco Pittorru e per il genero di Ercole Incalza, funzionario del ministero delle Infrastrutture.
Bertolaso, anche oggi, ha ribadito la sua versione sostenendo di non voler rendere pubblico il nome dell'amico che gli avrebbe prestato l'appartamento per non esporlo «alla macelleria mediatica», ma di essere pronto a chiarire tutto davanti ai magistrati di Perugia. Da parte sua il leader dell'Idv Di Pietro smentisce invece «in modo categorico di aver preso appartamenti in affitto da Propaganda Fide».