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2010, più Italia in Turchia

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2010 alle ore 17:09.

ANKARA - L'Ambasciatore d'Italia ad Ankara, Carlo Marsili, non ha risparmiato le energie per promuovere il programma e i contenuti della manifestazione «Italia in Turchia 2010», che si articolerà in oltre 120 eventi istituzionali, economico-commerciali e culturali che si svolgeranno in diverse località del territorio turco. Ma cos'è questo sforzo speciale italiano sul Bosforo? L'iniziativa, lanciata dal ministero degli Esteri italiano, si propone di promuovere in maniera coordinata e coerente le eccellenze del Sistema Italia nel paese.


Quanto all'economia, l'idea è di far conoscere i settori tradizionali e quelli futuri come bionanotecnologie, ambiente e fonti di energia alternative, coinvolgendo anche l'Ice di Istanbul. Ci si occuperà anche di rapporti istituzionali, media e collegamenti tra gli ambiti più vitali della società civile: tutto quanto può contribuire ad aumentare ulteriormente la visibilità del livello e della quantità delle eccellenti relazioni tra Italia e Turchia.

Il programma è stato proposto al pubblico turco con un unico logo, opera del maestro Domingo Notaro, che è stato presentato in anteprima nel corso del VI Foro di Dialogo Italo-Turco svoltosi a Istanbul il 18 novembre 2009. Le attività di «Italia in Turchia 2010» si collegano inoltre alle iniziative previste nel quadro di Istanbul Capitale Europea della Cultura 2010.

La prima iniziativa del programma è stata la prestigiosa mostra "Venezia e Istanbul in epoca ottomana", inaugurata sempre il 18 novembre 2009 presso il Museo Sabanci dal ministro degli Esteri Franco Frattini assieme all'omologo turco Davutoglu, che offre una panoramica della fitta rete di scambi già esistenti fin dal '500.

In contemporanea con l'esposizione "Venezia e Istanbul", che resterà aperta fino al 28 febbraio 2010, avranno luogo una serie di attività educative rivolte ai giovani e condotte dal Museo Sabanci in collaborazione con le istituzioni culturali italiane presenti in Turchia e con il contributo della Commissione europea, a ulteriore dimostrazione del ruolo svolto dal nostro paese per avvicinare sempre più la Turchia e l'Europa.

L'elenco delle manifestazioni comprese nell'iniziativa (120 al momento) non è definitivo, poiché il programma è concepito come un work in progress destinato a comprendere tutte le più rilevanti occasioni di presenza italiana in Turchia nel corso dell'anno, che verranno rese note a ridosso delle manifestazione stessa a cura dei nostri uffici di rappresentanza interessati.

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Tags Correlati: Ambasciate d'Italia | Ambiente | Carlo Marsili | Davutoglu | Domingo Notaro | Istanbul | Italia in Turchia | Ministero degli affari Esteri | Venezia | VI Foro

 

Ma come van l'economia sul Bosforo? La situazione è in chiaro-scuro. L'interscambio turco ha visto un calo del 30,9% rispetto allo stesso periodo del 2008. L'andamento negativo della bilancia commerciale sottolinea la difficile congiuntura del paese, visto che il Pil si è contratto dell'8,4% nei primi nove mesi del 2009. Ma ciò che più interessa è che la Germania ha saputo restare il primo partner commerciale, con un interscambio di 21,4 miliardi di dollari, seguita dalla Russia con 20,6 miliardi, dalla Cina (12,6 miliardi) e infine dall'Italia con 12,1 miliardi di dollari, che perde dunque slancio. Parigi - pur facendo registrare un interscambio in calo e manifestando aperta ostilità all'ingresso nell'Unione europea della Turchia - ha mostrato invece segni di dinamismo nei rapporti commerciali bilaterali, tallonando l'Italia da vicino con un interscambio pari a 11,9 miliardi di dollari. Bisogna dunque correre ai ripari al più presto.

Certo il saldo è attivo per l'Italia per 1,5 miliardi di dollari e la nostra quota di mercato - sul totale dell'import turco dal mondo - è pari al 5,4%, un po' superiore alla media degli altri partner. Ma questo non può far dormire sonni tranquilli.

Sul fronte invece degli investimenti diretti esteri, l'Italia va in controtendenza. Roma si piazza infatti al quinto posto, con 253 milioni di dollari investiti, una quota degli investimenti in Turchia pari al 3,6%, ma soprattutto un interessante +4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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