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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 08:00.
FRANCOFORTE - Il governo federale ha approvato ieri un nuovo progetto di legge con il quale estende il divieto delle vendite allo scoperto a tutte le azioni quotate in Germania. La decisione giunge dopo che a metà maggio il paese aveva introdotto unilateralmente alcune prime misure in questo senso pur di calmare - ai suoi occhi - la volatilità dei mercati. La scelta aveva provocato vive reazioni a livello europeo.
Il progetto di legge - che potrebbe essere approvato dai due rami del parlamento già a inizio luglio - prevede il divieto delle vendite allo scoperte nude, ossia senza che l'investitore abbia preso a prestito il titolo, su tutte le azioni quotate in Germania. Finora il blocco riguardava solo dieci titoli di imprese finanziarie. Il testo legislativo dà poi facoltà al governo di vietare temporaneamente e per decreto le vendite allo scoperto dei derivati valutari sull'euro.
In questo caso, il piano del governo guidato dal cancelliere Angela Merkel è stato modificato all'ultimo minuto sulla scia delle pressioni del mondo finanziario che ha temuto un eccesso di regolamentazione. Il progetto di legge poi conferma il divieto delle vendite allo scoperto per le obbligazioni pubbliche e i credit-default swaps, strumenti per assicurarsi contro il fallimento di un paese, quotati in Germania.
«I mercati finanziari hanno un bisogno urgente di essere regolamentati - ha spiegato il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble -. L'esperienza dell'ultimo anno induce a un divieto di questi strumenti» utilizzati «in occasione della crisi bancaria nella zona euro per manipolare l'evoluzione dei mercati». Il blocco è controverso: non solo in Europa non tutti lo considerano necessario, ma la stessa tecnica della vendita allo scoperto è usata più a Londra che a Francoforte.
Molti osservatori sostengono che la decisione del governo è più politica che finanziaria. Il tentativo è di rassicurare un'opinione pubblica tedesca angosciata dal futuro della moneta unica e preoccupata dall'andamento delle borse. Bloccare la vendita allo scoperto ha anche una valenza morale agli occhi una popolazione che accusa banche e fondi della crisi finanziaria ed economica.
La decisione del consiglio dei ministri è giunta non a caso alla vigilia di un incontro dei ministri delle finanze del G-20 in Corea del Sud. C'è il desiderio da parte tedesca di influenzare i lavori e spingere a una nuova regolamentazione a livello internazionale. Non sarà facile. La posizione tedesca non piace né agli americani né a una parte degli europei. Non c'è per ora omogeneità di vedute nell'Unione su questa questione.