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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 08:00.
«Hanno sbagliato, ma non più degli altri». Così il guru della finanza Warren Buffett, e maggiore azionista di Moody's, ha difeso ieri in Parlamento l'operato delle agenzie di valutazione del debito accusate di avere regalato rating elevati a complessi strumenti finanziari basati su mutui subprime, il cui valore è precipitato con la bolla immobiliare nel 2008. Ma le sue affermazioni sono state apertamente contraddette in una testimonianza scritta da un altro testimone, l'ex-avvocato di Moody's Mark Froeba: Froeba ha accusato Moody's di avere usato metodi intimidatori contro gli analisti «troppo severi» per far contenti i propri clienti, clienti che pagano commissioni per ricevere un rating sulle obbligazioni che emettono.
Ieri Buffett ha ricordato che all'apice della crisi l'intera popolazione americana era convinta che i prezzi delle case non avrebbero potuto scendere. «Tutti hanno sbagliato, io compreso - ha detto l'a.d. di Berkshire Hathaway di fronte alla commissione parlamentare Financial Crisis Inquiry Commission -. Anche Moody's ha commesso degli errori, ma per quanto ne so io non è colpevole di frode, e non c'è motivo per licenziare il suo amministratore delegato. In ogni caso io non mi affido mai alle valutazioni delle agenzie quando effettuo un investimento».
Buffett tuttavia si è spinto ad affermare che il modello competitivo nel settore della valutazione del debito non funziona, perché le varie agenzie in competizione tra loro corteggiano i potenziali clienti offrendo prezzi più bassi o valutazioni troppo generose. «Per favorire l'obbiettività e l'indipendenza ci dovrebbe essere un'unica agenzia di valutazione del debito», ha detto.
Questo modello competitivo tuttavia ha generato ingenti profitti per l'azienda e per l'azionista Buffett. Tra il 2000 e il 2007 i profitti di Moody's sono saliti da 600 milioni a 2,2 miliardi di dollari all'anno; Buffett aveva comprato 48 milioni di azioni a poco meno di 13 dollari nel 2000 e aveva visto quintuplicarsi l'investimento nel 2007. «Moody's ha continuato a macinare profitti, ma per gli investitori che si sono fidati dei loro ratings non è andata altrettanto bene» ha detto Phil Angelides, presidente della commissione incaricata di indagare sulle cause della crisi finanziaria. Secondo Angelides i rating di Moody's erano nella migliore delle ipotesi «inutili» e nella peggiore «in odore di frode».