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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 10:12.
«Addio Lugano bella o dolce terra pia, scacciati e senza colpa, gli anarchici van via. E partono cantando con la speranza in cor». Il 30 ottobre 2008 Giuseppe Fallisi, detto Joe, si esibisce davanti alla platea palestinese tutta maschile del teatro Shawa di Gaza.
Il «tenore anarchico» oggi dovrebbe essere rimpatriato in Italia con gli altri cinque attivisti italiani che hanno partecipato alla Flottiglia della libertà, ma due anni fa è riuscito a raggiungere la meta. A bordo della Dignity, nave della seconda spedizione di Free Gaza, Fallisi stabilisce un primato: è «l'unico cantante lirico al mondo ad avere avuto la possibilità, il piacere e l'onore di cantare al teatro Shawa di Gaza City» ricorda in un'intervista. Youtube conserva un video di quella serata, Fallisi tornerà nella Striscia a marzo 2009 con il convoglio Viva Palestina di George Galloway.
Lo scorso gennaio prova a rientrare dall'Egitto: al Cairo digiuna 12 giorni per protestare contro il governo egiziano che impedisce ai 1.300 attivisti della Gaza Freedom March di andare nella Striscia. «La situazione che vive da troppo tempo la Palestina occupata e in particolare la popolazione lungo la Striscia è il punto focale di tutte le ingiustizie del mondo» dice al sito «Fai notizia». Fallisi considera Gaza la sua famiglia, i Gazawi i suoi fratelli e scrive cinque canzoni per la Palestina: Verrà (già incisa), Gaza vivrà, Life Line, O Madre Palestina, Fino all'ultimo giorno.
L'attivista-cantante della flottiglia diventa anarchico a 21 anni e tenore a 22. Nel 1981 rielabora, amplia e mette in musica «La ballata del Pinelli» scritta nel 1970 poche settimane dopo i funerali dell'anarchico Giuseppe Pinelli.
Il 20 settembre 1982 alla Scala è Oberon nel «Sogno di Titania» di Luca Mosca. Nel gennaio 1983 interpreta «Tenore» nella prima assoluta alla Piccola Scala del «Lohengrin» di Salvatore Sciarrino. Una carriera di piccoli ruoli in opere contemporanee con cui si possono guadagnare cinque milioni delle vecchie lire, 2500 euro oggi. Lo si ricorda qualche anno dopo a Firenze: il 10 novembre 1989, sul palco del teatro comunale, voce impostata e bella presenza, interpreta l'infermiere nel «Giovanni Sebastiano», breve opera di Gino Negri. Oltre al canto, Fallisi si occupa di stelle: scrive per alcune riviste di astrologia, sul web si trovano tracce della passione per la causa palestinese.