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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 08:03.
La Banca centrale iraniana ha iniziato a vendere 15 miliardi di euro in cambio di dollari, su un totale previsto di 45 miliardi. Lo rivela il quotidiano Jaam-e-Jam, di proprietà della televisione di stato iraniana, citando una fonte anonima vicina alla banca centrale.
L'operazione di alleggerimento dall'euro sarà completata entro il 22 settembre, dice sempre il sito web del quotidiano. Cosa sta succedendo a Teheran, nemico del "Grande Satana" americano ma non dei suoi dollari? L'Iran, vuole ridurre le riserve monetarie e le vendite di petrolio in euro.
Teheran ha già informato il Giappone e gli altri compratori di greggio iraniano del cambiamento di rotta, spiega solerte sempre l'articolo di Jaam-e-Jam. L'Iran ha riserve in euro pari al 55% del totale, e ora Teheran vorrebbe ridurle al 20-25% dopo che la vendita di 45 miliardi di euro sarà completata e dopo che sarà ridotta la vendita di petrolio in valuta unica.
La scelta è stata determinata dal declino della moneta unica, ha spiegato Jaam-e-Jam. Una mossa che non è solitaria. Altre banche centrali, comprese quelle dei paesi del Golfo persico, stanno vendendo le loro riserve in euro. Notizie che ieri hanno contribuito a far scendere la moneta unica sotto quota 1,22. Ma c'è chi pensa anche a una forma di pressione per ammorbidire la posizione europea sul dossier nucleare.
Esperti iraniani hanno altresì consigliato la Banca centrale di comprare dollari e anche oro perché le previsioni sono di un incremento dei prezzi del bene rifugio per eccellenza.
«In sé questa azione iraniana - dice Michael Hewson, Chief Market Strategist di CMC Markets - non avrà molto peso perché le altre banche centrali hanno deciso di sostenere l'euro nei giorni scorsi. La mossa sosterrà l'oro piuttosto che il dollaro visto i problemi che l'Iran ha rispetto alle sanzioni con le istituzioni americane. In ogni caso è significativo che una banca centrale sia uscita dai ranghi decidendo di dare più peso alla protezione del valore dei suoi beni piuttosto che sostenere una valuta in difficoltà».
«Sarà interessante vedere – dice Hewson in viaggio in Asia - se le banche centrali continueranno a sostenere la moneta unica anche se questa dovesse scendere sotto 1,21, specialmente la Cina che detiene circa 600 miliardi di euro di riserve». A difesa dell'euro ieri sì è schierata Mosca: «Le riserve in euro della Banca di Russia rimarranno stabili negli anni a venire», ha detto il vicepresidente dell'istituto, Alexei Oulioukaiev.