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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 14:38.
La marea nera si avvicina pericolosamente alle coste della Florida, mentre la Bp subisce una nuova seria battuta d'arresto nelle operazioni di contenimento del greggio nel Golfo del Messico: ecco perché per il presidente americano Barack Obama questa è «la priorità numero uno della mia amministrazione». Lo ha detto parlando alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, dove è tornato sul tema energetico impegnandosi a trovare «nei prossimi mesi» i voti in Senato per far approvare la legge sull'energia «I consensi forse adesso non ci sono ma intendo trovarli nei prossimi mesi. Difenderò la necessità di un futuro basato sull'energia pulita in ogni possibile occasione e lavorerò con chiunque in entrambi i partiti pur di far approvare questa legge. E la faremo approvare», ha chiarito il presidente.
Obama ha poi sollecitato l'iniziativa delle aziende private: «L'unico modo perché la transizione verso l'energia pulita possa avere successo è che il settore privato sia pienamente attivo in questa prospettiva, i capitali emergano e finisca l'ingenuità dei nostri imprenditori».
La Camera ha già approvato una legge che pone dei limiti alle emissioni di gas, un provvedimento simile è parcheggiato al Senato. Ma l'esplosione della Deepwater lo scorso 20 aprile, e il disastro che ne è conseguito, dimostrano una volta di più che gli Stati Uniti non possono dipendere solo dal petrolio, ha avvertito il presidente: «Per questa nazione è venuto il tempo, una volta e per sempre, di abbracciare l'energia pulita». Come? Puntando sulle riserve di gas naturale, aumentando il numero di impianti nucleari, tagliando «milioni di dollari in agevolazioni fiscali alle compagnie petrolifere per dare la priorità agli investimenti in ricerca e sviluppo di energia pulita».