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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 17:23.
SIVIGLIA - Sfilano tanti, sfilano tutti. Sfilano per ore, sotto un sole cocente. È la ricorrenza del Corpus Christi, in Spagna. È festa grande, a Siviglia, bardata di drappi rossi con intarsi d'oro. Alle finestre, sui balconi, per le strade. Per un giorno la capitale dell'Andalusia dimentica di essere anche la capitale della disoccupazione, con il 30% dei senza lavoro. Non pensa al taglio del rating, c'è tempo per discutere della grande crisi
Bastano sette euro per un tuffo nel passato, riscoprire la tradizione, vivere un giorno da sivigliano vero. Sette euro per una sedia in prima fila, posto 11, sulla via che sfocia nella piazza della Cattedrale, dove termina la maestosa processione in puro stile barocco miscelato con fede autentica ed esibizionismo corporativo. Antiquata e preconciliare, al tempo stesso commovente e coinvolgente.
Su un tappeto di rosmarino ed erbe aromatiche sfilano vecchiette che si appoggiano stancamente al candelone rosso, o bianco, a seconda della confraternita. Le caviglie sono gonfie, ma nessuna rinuncia a un rito che si ripete da una vita. Passano bambini infagottati nella loro prima giacca da grande, con ancora i calzoni corti. Ragazzi con l'abito scuro e i capelli troppo imbrallintinati, vecchi con bastoni d'argento, altri dorati, secondo una precisa gerarchia che si perde nei tempi. Grandi e piccoli, tradizioni familiari che si rinnovano – sicuramente i loro nonni erano lì, i padri li accompagnano, i loro figli, chissà.
Passano facce da idraulici e facce di muratori bruciati dal sole, impiegati ingrigiti precocemente, vedi capelli freschi di barbiere o barbe incolte. Sfilano minigonne e vestiti lunghi, fa caldo ma è un onore portare i pesanti costumi che spettano per rango, impegno o eredità.
Camminano intruppati, ogni gruppo è preceduto da bandiere settecentesche con ricami d'argento, paggetti con porta candelabri, medaglie al collo, simbolo di organizzazioni, gruppi e confraternite che forse rispuntano solo per questo giorno. Ogni segno, ogni intarsio, anche piccolo ha una sua storia, niente viene fatto a caso, neanche l'ordine in cui si sfila.
Passano statue su pesanti baldacchini, portate a spalla, quattro file di quattro persone, piccolissimi passi all'uninsono per dar l'idea di una fluttuazione aerea. Si fermano a ogni altare sparso per le vie – tantissimi, tra un negozio di scarpe e uno di abbigliamento, dove la gente fin dalla notte ha acceso migliaia di candele.