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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2010 alle ore 08:11.
Vittorio Nuti
ROMA.
Si decide oggi a Roma il come e il quando dello sciopero delle toghe iscritte all'Anm contro la manovra estiva 2010, che prevede per la categoria tagli generalizzati agli stipendi, a cominciare da quelli junior.
«Uno sciopero politico», secondo il guardasigilli Angelino Alfano che, in trasferta in Lussemburgo, attacca la scelta dell'Anm: «Il governo chiede ai magistrati un sacrificio così come lo chiede ad altre componenti del Paese». Meno drastica, invece, la sua posizione sulla penalizzazione delle giovani toghe, destinate secondo l'Anm a subire tagli del 30% sulle retribuzioni. Un rischio reale, che spinge Alfano a schierarsi con gli uditori: «Mi batterò a fianco dei giovani magistrati, perché credo si chieda un costo individuale troppo alto a fronte di un basso gettito complessivo per il Paese».
Ai distinguo del ministro replica a astretto giro il presidente Anm, Luca Palamara: «C'è ben poco di politico in questo sciopero», che punta a contrastare norme «inique e irrazionali». Tutti aspetti, conclude, «che ci portano a ritenere che la manovra sia mossa da intenti punitivi».
Mai come questa volta, però, assicura l'associazione, l'astensione avrà un profilo prettamente "sindacale", tesa cioè a respingere l'ipotesi di tagli generalizzati agli stipendi della Pa. La categoria, spiega Gioacchino Natoli, vicepresidente Anm, «ha già subito in passato congelamenti e mancati adeguamenti degli stipendi. Ma questa volta ci sono gravi dubbi sulla legittimità costituzionale complessiva». Da qui ad un anno, insomma, la Consulta «potrebbe far saltare in aria la manovra, senza dimenticare che molti giovani magistrati potrebbero chiedere la tutela dei loro stipendi rivolgendosi al giudice fin d'ora». Per questo, ribadisce Natoli, «ci permettiamo di dire, con forme di protesta permesse dalla legge: vogliamo contribuire ai tagli, ma non fare sacrifici inutili. I tagli siano generalizzati e progressivi, e non colpiscano solo il settore pubblico». Altrimenti, «dovremo concludere che si tratta di una norma-manifesto, come i tagli ai costi della politica, destinata a punire i magistrati e non a risolvere i problemi dell'economia, anche perché la manovra permette di risparmiare solo 28 milioni di euro a fronte dei 25 miliardi messi a bilancio».