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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2010 alle ore 08:18.
Praga e Budapest, i gioielli architettonici del l'Europa del l'est. Le due capitali, che hanno beneficiato del boom immobiliare negli anni passati, hanno poi imboccato percorsi separati negli ultimi tempi.
Se Praga ha visto un calo delle attività, Budapest è in piena crisi. Di ieri la notizia del rischio default del paese, con conseguente crollo della moneta locale, il fiorino. Una situazione che potrebbe spingere in una ulteriore crisi il settore immobiliare. Se fino a ieri a Budapest gli italiani hanno continuato a investire, tanto da rappresentare il 15% degli acquirenti di case sopra i cento mq, con una spesa media di 80mila euro (dati Tecnocasa), in futuro la musica potrebbe cambiare.
Nel 2009 l'appartamento più economico comprato da un nostro connazionale è stato un monolocale da 17 mq nel distretto VI, pagato 22mila euro. Il più costoso, un intero piano di un palazzo nel distretto II, pagato 700mila euro.
A Budapest i prezzi sono calati anche oltre il 10% nel 2009, ma per chi comprava in euro risultavano invariati a causa della rivalutazione del fiorino ungherese, fino ai giorni scorsi. Ma i margini di trattativa sul prezzo richiesto erano anche del 20 per cento. La capitale ungherese ha visto un calo delle compravendite del 50% nel 2009 rispetto al 2008, tanto da spingere il governo a una serie di profondi interventi per tentare di rilanciare il mercato.
A cominciare dalla riduzione della tassa di registro sull'acquisto di immobili portata dal 6 al 4 per cento. «Anche in tema di mutui le novità sono profonde – spiega Stefano Accornero, Tecnocasa Budapest –. Nel 2009 sono stati in termini numerici in calo del 60% rispetto al 2008 e le sofferenze bancarie sono in crescita. Come in Italia, anche qui i mutui erano concessi per importi anche del 100% sul valore degli immobili con i problemi di sostenibilità della rata che oggi coinvolgono molte famiglie». E oggi non è più possibile acquistare casa con un mutuo al 100% in valuta. Da marzo, infatti, il limite massimo è fissato al 75% se il prestito è stipulato in fiorini ungheresi, se in euro al 60% e al 45% per le altre valute. Si temono ora gravi scompensi nel mercato immobiliare: il crollo del fiorino rispetto alla divisa elvetica rischia di rendere impossibile il pagamento delle rate, con possibili conseguenze devastanti sia sul piano sociale sia per l'intero sistema bancario del paese.