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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2010 alle ore 08:03.
Barack Obama ha scelto il nuovo responsabile della grande rete dello spionaggio americano: è il veterano dei servizi segreti e delle forze armate James Clapper. A 69 anni è l'attuale vicesegretario alla Difesa per l'intelligence, molto vicino al capo del Pentagono Robert Gates.
Clapper, se confermato dal Congresso, prima ancora di potersi occupare delle minacce del terrorismo globale avrà per le mani un'urgente crisi interna, quella dello stesso sistema di intelligence. La poltrona di Direttore nazionale si è rivelata molto scomoda: creata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 e gli errori sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, aveva il compito di coordinare gli sforzi di ben 16 agenzie spionistiche. Finora, però, si sono susseguiti quattro direttori senza mai riuscire a superare lo scetticismo di potenti agenzie, quali la Cia, e senza dimostrare rilevanti successi nella cooperazione.
Il predecessore di Clapper, l'ammiraglio Dennis Blair, è stato travolto da violente polemiche, dimettendosi improvvisamente il mese scorso. Aveva fallito nel collegare le informazioni che avrebbero consentito di intercettare un potenziale attentatore nigeriano lo scorso Natale, salito su un volo statunitense. Come, più di recente, era sfuggito alle sue maglie il terrorista mancato di Times Square. Blair, con scarsa esperienza di intelligence, si era anche scontrato con la Casa Bianca: aveva criticato gli interrogatori "civili" di sospetti terroristi. E il presidente Barack Obama lo aveva già nei fatti emarginato, a vantaggio del suo consigliere anti-terrorismo John Brennan.
Trovare il nuovo erede per quella che sulla carta è una poltrona di zar dell'intelligence ma che finora ha poteri assai poco chiari è stato difficile. Leon Panetta, il leader democratico oggi a capo della Cia, ha rifiutato le avance dell'amministrazione e così hanno fatto altri candidati di primo piano. Clapper, con la raccomandazione di Gates alle spalle, ha alla fine accettato.
L'esperienza e la credibilità tra i professionisti dei servizi segreti non gli mancano: in qualità di responsabile dell'intelligence al Pentagono si è occupato di teatri caldi quali Afghanistan e Iraq. E si è conquistato il soprannome di «Godfather of Humint», ovvero padrino della human intelligence, degli 007. Un soprannome dovuto alla sua enfasi, oltre che sulla tecnologia, sugli agenti sul campo, grande debolezza riconosciuta dai servizi statunitensi negli ultimi decenni.