House Ad
House Ad
 

Notizie Europa

Esposizione europea a 136 miliardi

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2010 alle ore 08:01.

MILANO - Le dichiarazioni dello speaker del primo ministro ungherese, venerdì a mercati aperti, sui rischi di un peggioramento dei conti pubblici, sono state una doccia fredda per i trader europei di ritorno dalla pausa pranzo. I mercati già nervosi per la crisi greca e dei paesi periferici hanno subito pensato a un nuovo focolaio di instabilità che al momento sembra ridimensionato: proprio ieri il segretario di Stato Mihaly Varga, figura di spicco della maggioranza sulle questioni economiche e stretto collaboratore del premier Viktor Orban, ha definito le parole "sfortunate esagerazioni".


Troppo tardi per evitare gli effetti sulle Borse e le prime a risentirne sono state le banche europee che negli anni non hanno disdegnato di investire nel paese magiaro, dal 2004 entrato come membro dell'Unione europea. L'esposizione resta tuttavia modesta pari a 149,7 miliardi di dollari a livello di sistema finanziario di cui la maggior parte, circa il 90%, è iscritta nei bilanci degli istituti europei per 136,4 miliardi di dollari secondo i dati di fine dicembre della Bri (Banca dei regolamenti internazionali). Un rischio potenziale che va ad aggiungersi agli insidiosi investimenti realizzati in Grecia per 236 miliardi di dollari e in Portogallo per 286 miliardi i due paesi al momento più in difficoltà.

L'area di maggior influenza è quella austriaca e tedesca: da Vienna arriva il maggior flusso di finanziamenti per 37,3 miliardi di dollari seguita da Berlino per 30,8 miliardi. Le banche italiane sono il terzo investitore con 25,2 miliardi. A distanza si collocano le banche belghe con 17,2 miliardi di dollari e quelle francesi con 11,8 miliardi. Limitata la presenza degli istituti americani con 3,8 miliardi di pari entità a quella investita dagli istituti olandesi con 3,7 miliardi. Non è un caso che venerdì a soffrire di più sono stati gli istituti austriaci come Raiffeisen che ha chiuso la seduta in calo dell'8,33% ed Erste Grp Bank (-7,8%), insieme all'italo-tedesca UniCredit (-5,68%). Dalla Grecia con la National Bank of Greece in ribasso del 6,7%, la Efg del 6,57% e Piraeus (-5,54%), a Budapest dove la banca del paese la Otp Bank è crollata dell'11,03 per cento.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Abaxbank | Banca dei regolamenti internazionali | Bank of America | Borsa Valori | Budapest | Claudia Segre | Erste Grp Bank | Fiere | Fmi | Grecia | Italia | Mihaly Varga | Otp Bank | Viktor Orban

 

Paragonare l'Ungheria alla Grecia non trova concordi analisti e commentatori, ritenendo il confronto eccessivo: Bank of America in un report inviato venerdì dal titolo significativo "Hungary is very unlikely to be the next Greece" ha precisato che sia l'Unione europea sia il Fmi recentemente hanno analizzato i dati fiscali del paese. È quindi «improbabile - secondo BofA - che gli esperti (delle due organizzazioni, ndr) abbiano nascosto eventuali scheletri negli armadi», lasciati dal precedente governo. Il riferimento è alle dichiarazioni di alcuni politici della maggioranza che avevano insinuato il rischio di trovarsi con dati di bilancio truccati, evocando un altro caso greco. Ma a «raccomandare più trasparenza e onestà» nella formulazione delle statistiche sul bilancio pubblico era stato in tempi non sospetti un report della banca austriaca Raiffeisen sulle economie dell'Europa dell'Est, pubblicato prima delle elezioni ungheresi: gli economisti sottolineavano come il tema della trasparenza potrebbe essere utilizzato dalla futura colazione per «incolpare il governo uscente» quando si tratterà di mettere mano ad un nuovo piano di austerity.

Alla base delle incaute dichiarazioni, secondo Claudia Segre, responsabile del fixed income di Abaxbank, c'è anche «la necessità di non alienarsi i favori del Fmi e il consenso dell'Ue per un governo "alle prime armi" che ha ereditato una situazione più gravosa di quanto previsto». È probabile che le misure annunciate non conterranno tutti quei tagli fiscali preannunciati, «ma è chiaro che tutto ciò non è comparabile con la Grecia - continua Segre - e che il problema strutturale della necessità di adottare misure non convenzionali per far ripartire la crescita economica e ridurre il debito è quanto mai necessario per evitare gli effetti di un contagio europeo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da