Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2010 alle ore 08:02.
La cronologia della vicenda
1 Il prologo della vicenda19 gennaio 2008 Sabato alle 18 un giovane trader parigino, interrotto sul nascere un week-end romantico con la ragazza a Deauville, varca la soglia della Tour Chassagne alla Défense, uno dei due grattacieli sede della Société Générale, banca per la quale lavora dal Duemila. Lo attendono i suoi diretti superiori e il grande capo dell'investment banking, Jean-Pierre Mustier. Sono nervosi e lo interrogano su alcune operazioni sui futures di Borsa da lui effettuate nel 2007 e all'inizio dell'anno.
20 gennaio 2008 Domenica pomeriggio, una telefonata interrompe la quiete domestica di Maxime Kahn, uno dei migliori trader di Société Générale. I suoi dirigenti gli chiedono di recarsi alla Tour il più presto possibile. Quando arriva gli spiegano che all'apertura dei mercati dovrà chiudere rapidamente delle posizioni prese dalla banca per conto di un cliente sui futures degli indici di Borsa. Quando gli comunicano l'ammontare delle diverse posizioni - 30 miliardi sull'indice Euro Stoxx, 18 miliardi sul Dax tedesco e 2 miliardi sull'Ftse - comincia a sudare freddo. Ma siccome è uno dei migliori nel suo campo, all'apertura dei mercati asiatici e in una sala di trading tutta per lui, comincia a fare il suo dovere di «liquidatore».
21 gennaio 2008 La Fed abbassa i tassi d'interesse per allentare le tensioni, già forti, sul mercato del credito. Société Générale cerca di liquidare le posizioni con la massima discrezione possibile e nel rispetto delle regole (le vendite non devono superare il 10% del volume giornaliero di transazioni in un dato mercato) ma 50 miliardi si vedono e si sentono: «I miei trader dicevano che in quei giorni era come se ci fosse sui mercati una grande mano che li schiacciava ogni qualvolta cercavano di rialzare la testa», ricorda il dirigente di una società di brokeraggio parigina. La missione del trader si compie mercoledì sera. La perdita è pesante, ma la banca si salva: le posizioni, piccola-grande bugia a fin di bene dei superiori a Kahn per non stressarlo ulteriormente, non erano di un cliente ma di SocGen.
2 L'annuncio shock di Société Générale 24 gennaio 2008 Da giorni circolano voci inquietanti sulle possibili perdite di SocGen legate ai subprime. I mercati si preparano ancora una volta al peggio quando alle 7,58 Société Générale diffonde un comunicato con cui annuncia una conferenza stampa per le 11.30.
Davanti ai giornalisti si presenta Daniel Bouton (nella foto), presidente e amministratore delegato di SocGen, un enarca che ha fatto della sua banca uno degli istituti di credito più redditizi al mondo grazie soprattutto alla sua divisione d'investment banking e a una leadership internazionale sui derivati azionari. Di solito estremamente sicuro di sé, al limite dell'arroganza, Bouton è pallido, la voce tremula, spesso rotta dall'emozione. Ed ecco la sorpresa, più clamorosa di quanto ci si potesse aspettare. La banca ha registrato una perdita di 4,9 miliardi dovuta alla presa di posizioni non autorizzate, per un controvalore di 50 miliardi di euro, da parte di un trader della divisione Delta One. A causare il buco è stata in realtà la liquidazione di tali posizioni, che superavano abbondantemente il patrimonio netto della banca (allora di 35 miliardi di euro) ma che andavano comunque chiuse. La perdita lorda è di 6,4 miliardi, ai quali bisogna però sottrarre gli 1,5 miliardi fatti guadagnare alla banca dallo stesso trader con precedenti operazioni, anch'esse non autorizzate e senza controparti. Bouton spiega a una platea incredula di giornalisti che il trader, di cui non rivela ancora il nome, ha eluso tutti i meccanismi di controllo della banca falsificando e-mail e altra documentazione con l'obiettivo di nascondere operazioni unidirezionali - quelle sugli indici di Borsa - che normalmente devono essere controbilanciate da altre di segno opposto. Se si scommette sul ribasso di un'indice e quindi si procede a un contratto di vendita, ve ne deve essere uno di acquisto per un ammontare analogo, in modo da ridurre al minimo i rischi. Contestualmente la banca annuncia una perdita di 2 miliardi di euro dovuta ai subprime e una ricapitalizzazione da 5,5 miliardi di euro. Nel tardo pomeriggio il trader ha un nome e un volto, quello del badge della società per cui lavora. Si chiama Jérôme Kerviel, ha 31 anni, non è una star delle sale di trading. Assomiglia - dicono - a Tom Cruise.
3 Chi è il trader Jérôme Kerviel? 25 gennaio Si scatena la caccia al trader solitario che ha gabbato una delle più venerabili istituzioni finanziarie d'Europa. Bouton, ancora sconvolto, lo definisce «un terrorista», informatico s'intende. La polizia perquisisce la sua casa, un bilocale di 40 metri quadrati a Neuilly sur Seine, e trova, tra le altre cose, un Corano. Dunque è subito, secondo alcune voci, un seguace di Al Qaeda. In più è in fuga. No, calma. È a disposizione, sta solo cercando di chiarire quello che gli è successo con il suo primo avvocato, l'esperto di diritto del lavoro Elisabeth Meyer. Il giorno dopo, Jérôme Kerviel è in stato di fermo ed è interrogato per 48 ore dalla brigata finanziaria. Il 28 viene avviata l'inchiesta, affidata ai giudici Renaud van Ruymbeke e Françoise Desset. Kerviel è formalmente indagato per abuso di fiducia, falso e utilizzo del falso. Société Générale si costituisce parte civile e l'8 febbraio il trader viene arrestato. Resterà alla prigione della Santé di Parigi fino al 18 marzo. Nel frattempo le sue gesta, il suo nome e il suo volto hanno fatto il giro del mondo. Un sondaggio conferma la sua popolarità, soprattutto tra i giovani: oltre il 50% accusa la banca per quanto è accaduto e solo il 13% lo ritiene veramente responsabile. Diventa una star su Facebook e vanno a ruba le t-shirt con la scritta: «Sono la girl-friend di JK».
4 L'inchiesta e il processo 4 luglio 2008 La Banca di Francia condanna SocGen a pagare una multa da 4 milioni di euro per «gravi carenze del sistema di controllo interno». L'istituto di credito apre un grande cantiere per riorganizzare da cima a fondo i meccanismi di gestione e controllo del rischio anche se sono in molti, tra gli addetti ai lavori, a ritenere difficile che Jérôme Kerviel possa aver compiuto operazioni non autorizzate così importanti - e per tutto quel tempo, avendo cominciato nel 2005 - senza che nessuno si accorgesse di niente.
29 aprile 2009 Daniel Bouton si dimette, cedendo alle pressioni di quanti da tempo - incluso il presidente Nicolas Sarkozy - chiedono la sua testa. Al suo posto viene nominato ai primi di maggio Frédéric Oudea (nella foto).
31 agosto 2009 L'istruttoria viene chiusa alla fine di gennaio e il rinvio a giudizio è formalizzato il 31 agosto. Jérôme Kerviel, decidono i giudici Renaud van Ruymbeke e Françoise Desset, sarà l'unico a essere processato. Durante le indagini non sono emerse responsabilità o complicità di terzi, mentre si è chiarito che Kerviel non si è mai appropriato, anche nei momenti di forte guadagno per la banca, dei soldi di SocGen. È accusato di abuso di fiducia, falso e utilizzo del falso, introduzione fraudolenta di dati in un sistema informatico. L'ex trader e i suoi avvocati (ha cambiato tre volte i difensori) protestano contro un'istruttoria definita a senso unico e alla quale mancherebbe una controperizia esterna, data la complessità della materia finanziaria. Rischia cinque anni di carcere e un'ammenda di 375mila euro.
5 maggio 2010 Esce il libro di Jérôme Kerviel, «L'engrenage, Memoires d'un trader» (nella foto) e comincia la sua offensiva mediatica, con interviste a giornali, radio e televisione. La tesi del libro, che sarà poi quella della sua difesa, è che i diretti superiori sapevano e lasciavano fare, compresi gli sforamenti del massimo consentito per le operazioni, almeno fino a quando faceva guadagnare soldi alla banca. Sostiene inoltre di non aver mai utilizzato password di altri per operare nel sistema informatico della banca.