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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:09.
Rita Fatiguso
MILANO
«Siamo felici di essere in Italia, nel regno delle piccole e medie imprese». L'esordio di He Guoqiang, numero 6 del Partito comunista cinese, precede l'annuncio che il Forum sulla Cooperazione tra le Pmi cinesi e italiane, nato da un'iniziativa dei governi dei due paesi, ieri ha portato alla sigla di una decina di intese da un miliardo di euro.
L'Italia è la prima tappa della delegazione che ieri a Roma ha incontrato il presidente Giorgio Napolitano e oggi incontrerà il premier Silvio Berlusconi, per poi proseguire il viaggio in Islanda, Norvegia, Lituania, Azerbaijan, Turkmenistan e della quale fa parte Gao Hucheng vice ministro del Commercio estero, collega del vice ministro Adolfo Urso. I due si sono incontrati a Pechino un anno fa in vista del Forum tra imprese italiane e cinesi che si è svolto a Roma in luglio con la partecipazione del presidente Hu Jintao. Per Urso, l'evento, che segue a ruota la missione di sistema di Confindustria, sta a dimostrare un solo fatto: «La Cina è una grande opportunità: nel primo trimestre del 2010 l'export verso Pechino è aumentato ancora del 24%».
Così, quaranta aziende di medio calibro ieri hanno potuto incontrare circa 130 imprenditori, specie del tessile, abbigliamento e calzature e dell'elettronica, in una serie di circa 500 meeting B2B. All'accordo più istituzionale - un memorandum d'intesa fra il ministero dello Sviluppo economico italiano e il ministero del Commercio cinese per creare un gruppo di lavoro sulla logistica e la grande distribuzione – si è affiancato l'accordo quadro tra la Camera di Commercio cinese per l'import-export di prodotti tessili, rappresentata dal vice chairman Wang Yu – circa 10mila aziende iscritte -, e la Camera nazionale della moda di Mario Boselli. Gli altri accordi toccano due linee di credito aperte dalla Banca di Sviluppo nazionale cinese nei confronti di Gsf Capital, fondo di investimento specializzato nelle rinnovabili con investimenti da 600 milioni già attivi nel Sud Italia. Il chairman del fondo, Javier Romero, sostiene che «molto di quello che si realizzerà in Italia dipenderà da quanto il paese saprà adeguare il contesto normativo delle energie rinnovabili». Altri accordi si riferiscono al settore della fornitura di marmi, prodotti di arredamento, macchinari per calzature e anche alla cooperazione nelle produzioni artistiche e nella promozione fieristica.