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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 19:45.
Paolo Ruffini torna alla direzione di RaiTre. In attesa del ricorso avanzato dalla Rai contro al decisione del magistrato che lo ha reintegrato al suo posto (o equivalente). Il Cda della Rai ha deciso all'unanimità, dopo aver considerato il parere dei legali dell'azienda, gli stessi che hanno inoltrato ricorso contro la reintegrazione di Ruffini. Intanto é giallo sulle dichiarazioni di Berlusconi, a margine dell'ufficio di presidenza del Pdl: avrebbe detto che la firma sul contratto di servizio potrebbe non esserci «se la Rai continua ad essere faziosa». Parole che qualcuno ha definito scherzose e che hanno scatenato l'ira dell'opposizione ma sono poi state smentite dal portavoce Paolo Bonaiuti che assicura «Mai pronunciate».
Il reintegro è stato deliberato con «ogni più ampia riserva all'esito della decisione del reclamo» con udienza fissata al prossimo 16 luglio. Non è detto, però, che la Rai vinca, dopo quel giorno. Importante è, anche nel parere dei legali Rai, il concetto di incarico "equivalente". Equivalente a RaiTre per budget, per ascolti, per numero di occupati e di collaboratori, secondo la decisione del magistrato, che non può essere elusa. A questo punto cade anche l'ipotesi di Ruffini direttore di RaiNews24. L'errore madornale del vertice Rai è stata quello di ridimensionare RaiDigit, la direzione affidata a Ruffini, togliendole personale e canali. A questo punto, Ruffini non ha potuto che andare sino in fondo con la vertenza giudiziaria.
Questa vicenda, come quella di Michele Santoro, dimostra la fragilità dei vertici Rai quando prendono decisioni troppo condizionate dall'esterno e dalla politica in particolare. La magistrature del lavoro fa solo il suo mestiere, quello di applicare la legge. Non va dimenticato, infine, che di certo la nomina di Ruffini è stata politica - come la sua rimozione - ma che contano i risultati che si ottengono o meno durante il proprio incarico. E Ruffini ha collezionato successi su successi, sia con nuovi programmi, sia mantenendo quelli storici della rete (Chi l'ha visto?, Un posto al sole). Fino a dare "fastidio". Qualche volta, raramente, dalla Rai arriva anche qualche buona notizia.