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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:54.
L'ultima modifica è del 08 giugno 2010 alle ore 08:04.
Davvero è necessario modificare la Costituzione (in particolare l'articolo 41) per eliminare eccessi di regole e di burocrazia che ostacolano l'esercizio di attività imprenditoriali?
Certamente no: la Costituzione stabilisce solo dei principi generali, difficilmente contestabili. L'articolo 41, dopo avere affermato che «l'iniziativa economica privata è libera», aggiunge che «essa non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana».
Non dà quindi certo fondamento, e tanto meno impone, la fissazione di regole eccessive e inutili: o vogliamo affermare solennemente che l'iniziativa economica può svolgersi anche «in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana»?
Si dice: "utilità sociale" è un criterio troppo vago (in realtà significa semplicemente che ci possono essere - e ci sono - interessi collettivi, sociali, che legittimano limiti ai modi in cui l'iniziativa economica si può esercitare). Ma chi stabilisce quali sono questi interessi, e quali limitazioni essi giustificano? Non certo un qualsiasi burocrate, né una qualsiasi amministrazione pubblica abilitata a decidere in piena discrezionalità o peggio arbitrariamente: è la legge (o la normativa regolamentare applicativa della legge) che può imporre limitazioni in nome dell'utilità sociale, e così, per fare un solo esempio, può stabilire quali requisiti igienici, a tutela dei consumatori, deve possedere un ristorante o un bar.
L'articolo 41 continua infatti precisando che «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». La legge non dovrebbe poter coordinare e indirizzare l'attività economica "a fini sociali", cioè in nome d'interessi generali valutati e apprezzati dal legislatore?
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con eccessi di regolazione che, in ipotesi, siano oggi rinvenibili nella legislazione. Se essi ci sono, si possono eliminare cambiando le leggi. Eliminazione dell'eccessiva molteplicità degli adempimenti, concentrazione delle competenze (sportelli unici), riduzione dei tempi, più ampio ricorso alle autocertificazioni, sostituzione di autorizzazioni preventive con controlli ex post (salvo, in questo caso, domandarsi se i controlli funzionano davvero: ma questo è un altro discorso) sono tutte linee d'indirizzo perfettamente compatibili col dettato costituzionale e del resto già da tempo proposte e avviate in taluni settori. La Costituzione non c'entra. Da discutere semmai sono solo i limiti sostanziali che si ritiene giusto o meno debbano presidiare certe iniziative economiche (per esempio a tutela della sicurezza dei lavoratori, o per combattere l'evasione fiscale). Ma questo è un discorso di merito, che va fatto caso per caso.