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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 23:19.
La camera bassa del Parlamento svizzero ha bocciato a Berna l'accordo di assistenza amministrativa con gli Stati Uniti sul caso Ubs. Il Consiglio Nazionale lo ha respinto con 104 voti contro 76. Il controverso accordo - concluso nell'agosto del 2009 tra il governo svizzero e l'amministrazione americana - prevede la trasmissione a Washington di dati su 4.450 clienti di Ubs sospettati di evasione o frode fiscale negli Stati Uniti.
A favore si sono schierati i liberali-radicali e i democristiani, secondo i quali «non vi sono alternative per risolvere il conflitto giuridico che oppone gli Stati Uniti alla Svizzera». Una bocciatura definitiva dell'intesa darebbe un duro colpo all'economia svizzera d'esportazione e metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro, hanno affermato citati dall'agenzia di stampa svizzera Ats.
Poco prima di votare sull'accordo, su iniziativa dell'Udc e della sinistra, i deputati hanno approvato una disposizione per un referendum facoltativo sull'accordo. Il referendum potrebbe impedire alla Svizzera di consegnare entro il 19 agosto (termine fissato nell'accordo) i dati richiesti da Washington. Il governo svizzero dovrebbe attendere 100 giorni (termine referendario) prima di poter applicare interamente il trattato.
In serata è arrivata la reazione del fisco americano dopo che il parlamento svizzero ha bloccato, a sorpresa, l'accordo con gli Stati Uniti riguardo alla diffusione di dati coperti da segreto bancario. «Ci aspettiamo che il governo svizzero continui ad onorare i termini dell'accordo», ha dichiarato un portavoce dell'Irs. L'intesa sul segreto bancario era stata raggiunta da Berna e Washington in seguito a sospetti di evasione fiscale.
Nell'ambito dell'accordo, Ubs, la prima banca svizzera, aveva accettato l'anno scorso di fornire dati bancari di centinaia di clienti. Ma gli Usa reclamano altre informazioni e l'approvazione dell'intesa concordata col governo era ritenuta cruciale per evitare che Ubs possa nuovamente finire sotto indagine negli Usa. «Continuiamo a seguire da vicino quello che succede in Svizzera, e siamo pronti a persegure tutte le via giuridiche a nostra disposizione nel caso in cui gli svizzeri non rispettino gli accordi e non ci garantiscano le informazioni richieste».