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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:25.
La Rai è sempre al centro dello scontro politico. Tutto nasce da una battuta del presidente del Consiglio, pronunciata durante la direzione nazionale del Pdl e poi smentita dal suo portavoce Paolo Bonaiuti. Paolo Ruffini, intanto, torna alla direzione di RaiTre in attesa del ricorso avanzato dalla Rai contro la decisione del magistrato che lo ha reintegrato.
Secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alla direzione Pdl, Berlusconi, che ha l'interim del ministero dello Sviluppo economico, si sarebbe lamentato dalla faziosità della Rai contro la maggioranza e avrebbe aggiunto di essere quasi tentato di non firmare il contratto di servizio. Bonaiuti smentisce: «Berlusconi non ha mai pronunciato quelle parole. Si discuteva della possibilità di far pagare il canone con la bolletta della luce». Diversi esponenti dell'opposizione attaccano subito le presunte parole del premier. Tranne Paolo Gentiloni, che usa un altro argomento: «Berlusconi non può firmare il contratto di servizio».
La realtà è il cortocircuito permanente tra Rai e politica che blocca, da anni, lo sviluppo di autonome strategie di sviluppo, di valorizzazione delle risorse umane e di crescita da parte del servizio pubblico.
Il reintegro "in attesa" di Ruffini è uno dei tanti esempi. Il cda della Rai l'ha deciso ieri, all'unanimità. Una decisione sulla quale ha influito il parere dei legali dell'azienda, gli stessi che hanno inoltrato ricorso contro la reintegrazione di Ruffini. La quale, infatti, è stata deliberata con «ogni più ampia riserva all'esito della decisione del reclamo», la cui udienza è fissata al 16 luglio. Antonio Di Bella, per ora, resta alla dirette dipendenze del direttore generale Mauro Masi, che assume anche l'interim di RaiPremium e RaiEducazione, i due canali affidati a Ruffini. Decisivo, anche per i legali della Rai, è il concetto di incarico "equivalente" alla direzione di RaiTre: per budget, ascolti, numero di occupati e di collaboratori. A questo punto cade l'ipotesi di Ruffini direttore di RaiNews24 o di un altro Tg. L'errore del vertice Rai è stato il dimezzamento di RaiDigit, la direzione affidata a Ruffini, alla quale sono stati sottratti personale e canali, lasciando quella giudiziaria come unica soluzione alla vicenda. Il 25 novembre a votare contro quell'incarico fu il solo Nino Rizzo Nervo, che predisse il reintegro dello stesso Ruffini.