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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 20:25.
La crisi è così pesante e le prospettive così difficili che hanno deciso di scendere in campo tutti insieme per difendere una attività importante del paese, sia sotto il profilo economico che culturale. Si tratta degli impreditori italiani dei vari settori della cultura. «E' la prima volta ci presentiamo come Confindustria Cultura Italia», ha dichiarato oggi a Milano il presidente Paolo Ferrari, a un incontro stampa per illustrare lo stato dell'industria italiana, la svolta digitale, l'innovazione del settore. La Federazione raggruppa imprese del settore editoriale e stampa, discografiche, multimediali, del cinema, dell'audiovisivo, dello spettacolo dal vivo e dei videogiochi.
La federazione è nata nel 2006 su indicazione di Luca Cordero di Montezemolo che voleva fossero rappresentate tutte le 10 associazioni del settore che riuniscono oltre 17.000 imprese che impiegano circa 300.000 addetti tra artisti, tecnici, maestranze e impiegati, e producono un valore aggiunto pari a circa 16 miliardi di euro. L'ultima ad aderire è stata Aesvi , l'associazione degli editori di viedogiochi, presieduta da Gaetano Ruvolo. Le altre nove associazioni federate includono musica Afi (fonografici), Fimi e Pmi (discografici) , settore ditoriale Aie (libri) e Anes (stampa periodica specializzata), cinema e spettacolo Agis, Anica e Univideo e produzione televisiva Apt.
La Federazione è nata con l'obiettivo di tutelare gli interessi collettivi a livello nazionale, comunitario e internazionale, promuovere la salvaguardia del diritto d'autore, combattere la pirateria. A livello comunitario il primo importante appuntamento che i produttori italiani di contenuti non possono sottovalutare è quello con la Digital Agenda presentata dalla Commissione europea che prevede l'emanazione di 31 direttive. «I parlamentari europei vanno sensibilizzati sui vari progetti dell'Agenda», ha spiegato Enzo Mazza, presidente della Fimi. In gioco ci sono importanti investimenti e finanziamenti alla ricerca e sviluppo. Sul fronte della pirateria digitale è importante che venga votata a Strasburgo la relazione Gallo che al momento vede schierati contro i socialisti e a favore la destra. «Il sostegno alla produzione culturale europea non può essere una questione di schieramento», ha detto Mazza.