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«L'omicidio Padovese per boicottare il dialogo»

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:03.

Il dossier sull'omicidio del vescovo Luigi Padovese è sul tavolo del sostituto della segreteria di stato, l'arcivescovo Fernando Filoni. Il potente numero tre della gerarchia vaticana, diplomatico di lungo corso con alle spalle esperienze in Iran e Iraq, ha l'incarico di dare una forma a un evento tragico che una forma ancora non ha. Forse anche perché proprio dall'interno degli uffici del Vaticano - dove era stato deciso di spedire Padovese in Anatolia - per giorni, non sono arrivati segnali di pressioni a far luce sulla vicenda.


Due giorni fa, in contemporanea con i funerali a Iskenderun del presule, presidente della conferenza episcopale turca, si è saputo che l'omicida, Murat Altun, ha seguito un rituale islamico, confermando in qualche modo sospetti che circolavano da giorni, e cioè che l'autista del vescovo fosse collegato a gruppi fondamentalisti. Ma a quasi una settimana dalla morte restano molti interrogativi. Anzitutto, la pista religiosa, inizialmente esclusa da tutti, a partire dallo stesso Benedetto XVI, è credibile?

«Più che altro penso sia una facciata – dice padre Bernando Cervellera, direttore dell'autorevole Asianews, agenzia del Pime che per prima ha raccontato le novità sui fatti – potrebbe nascondere "poteri occulti", un po' come avvenuto in Italia negli anni del terrorismo. I poteri a cui penso in Turchia stanno cercando di soffocare il premier Erdogan che sta perseguendo, attraverso il suo islamismo moderato, una linea che lo porti dentro l'Unione europea». L'omicidio del presule avrebbe un potenziale notevole per mettere i bastoni tra le ruote del dialogo tra Ankara e il Vaticano (dal primo giorno si è parlato di servizi segreti turchi che avrebbero agito con l'obiettivo di colpire Erdogan), che in questa partita è suo alleato prezioso. Come dimostra l'incontro dei giorni scorsi tra il ministro per l'Europa Egemem Bagis e il ministro degli Esteri della Santa Sede, Dominique Mamberti. All'interno del governo Erdogan c'è grande soddisfazione per come il Vaticano ha trattato per ora la vicenda, e soprattutto per aver escluso qualsiasi responsabilità "ufficiale". È spuntata, specie sui media turchi, l'ipotesi della pista omosessuale, ma chi lo conosceva bene esclude questa ipotesi, che tuttavia trova terreno fertile sui mezzi di informazione visti tutti gli scandali veri in corso.

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Tags Correlati: Antonio Lucibello | Asianews | Benedetto XVI | Bernando Cervellera | Chiesa Apostolica Romana | Cipro | Fernando Filoni | Italia | Luigi Padovese | Murat Altun | Pime | Ruggero Franceschini | Turchia |

 

La salma del vescovo è in arrivo in Italia e nei prossimi giorni sarà a disposizione della magistratura per l'autopsia, da cui qualche nuovo elemento potrebbe emergere. Ma il messaggio centrale della Chiesa, confermato anche dal direttore dell'Osservatore Romano, Gian Maria Vian, resta quello del «dialogo come scelta obbligata» con i musulmani. «Il nodo centrale è non farsi condizionare dai fatti pur tragici nel dialogo tra grandi sistemi religiosi. Nelle parole del Papa c'è una scelta di tipo teologico, non è il frutto di un negoziato alla cui base c'è una strategia diplomatica», conferma lo storico del cristianesimo, Alberto Melloni, secondo cui, nel confronto con l'Islam, come con le altre religioni, «bisogna evitare la spirale della reciprocità, un gioco che si rivela sempre molto pericoloso».

Intanto la linea vaticana, da una prudenza assoluta del primo giorno - che ha portato il Papa a dichiarare nel volo per Cipro che si è trattato di una vicenda «personale» - ora cautamente apre alla ricerca della verità, forse troppo cautamente – si osserva in ambienti religiosi - visto che nessuno della Santa Sede è andato a Iskenderun per i funerali. Una linea chiaramente dettata dalla volontà di non intaccare in alcun modo i rapporti con la Turchia, un pilastro della politica estera vaticana sin dalla visita del 2006 post-Ratisbona. Fino al punto che le gerarchie hanno taciuto per giorni - quelli del viaggio a Cipro - su possibili altre ipotesi che hanno portato all'omicidio del vescovo (si parla di inviti a tacere a chi, nella Chiesa, stava parlando pubblicamente), fino al punto di non contrastare da subito le ipotesi di omosessualità fatte circolare per screditare Padovese.

Forse qualche parola più chiara arriverà ai funerali di lunedì prossimo a Milano, celebrati dal cardinale Tettamanzi. Intanto sul posto restano il nunzio Antonio Lucibello, che incarna la prudenza diplomatica, e il vescovo di Smirne, Ruggero Franceschini, amico fraterno di Padovese, che sin dall'inizio ha denunciato le false informazioni che venivano diffuse sull'omicida, a partire dalla presunta follia. Da chiarire anche l'annullamento dei biglietti aerei che avrebbero dovuto portare Padovese a Cipro per l'arrivo del Papa: la suora-segretaria avrebbe ricevuto l'ordine di cancellare il volo proprio nel giorno in cui il vescovo è stato sgozzato.
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