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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:02.
Si scalda il motore dei correttivi alla manovra, alimentato anche dai "finiani" di camera e senato che, accompagnati da qualche ospite esterno, ieri sera nella sede di fare Futuro hanno messo a punto le possibili modifiche. «Non si mettono in discussione i saldi – spiega Silvano Moffa, presidente della commissione lavoro della Camera – ma è possibile rivedere il mix di misure anche per correggere alcuni problemi connessi ai tagli lineari». Sotto osservazione ci sono soprattutto le misure su pubblico impiego e abolizione degli enti, e in rampa di lancio tornano il taglio graduale dell'Irap, partendo dal costo del lavoro, e la cedolare secca sugli affitti. Proposte modulari, "a fisarmonica", per evitare bocciature a priori motivate con la mancanza di copertura. «Gli spazi per una manovra aggiuntiva ci sono – riassume Maurizio Saia, senatore e membro della commissione bilancio –, bisogna avere più coraggio».
Nella mattina di ieri, invece, in preconsiglio il governo ha confermato di voler intervenire sulle pensioni delle statali (si veda l'articolo a pagina 8), e ha studiato la possibilità di intervenire (con emendamento o decreto legge da assorbire nella manovra) sul prezzo minimo di vendita di sigarette e tabacco.
Un intervento urgente per scongiurare la condanna di Bruxelles sul meccanismo del prezzo minimo. Al suo posto potrebbe essere introdotta una sorta di "accisa minima" che entra in gioco quando si registra una corsa al ribasso dei prezzi delle sigarette. L'accisa in questo caso agirebbe linearmente sull'intera filiera. Non solo. Come accaduto con il decreto incentivi, non è escluso un aumento dell'accisa sul tabacco trinciato, utilizzato per le sigarette «fai da te». Entrambe le misure servirebbero al governo anche per mettere al riparo gli incassi dell'erario e la qualità dei prodotti messi a rischio sia dalle corse al ribasso sia dal proliferare sul mercato del tranciato. Sempre caldo il fronte sugli enti locali; il ministro dell'Interno Roberto Maroni è tornato a chiedere di premiare gli enti «virtuosi», mentre dalla Camera il responsabile enti locali del Pdl Mario Valducci invita a prevedere di nuovo in manovra il taglio delle province, puntando a quelle che hanno una popolazione inferiore a 250mila abitanti e un territorio inferiore a 2.500 kmq (a Montecitorio il taglio inserito nella Carta delle autonomie riguarda le province fino a 200mila abitanti, si veda l'articolo a pagina 16).