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Olanda al voto, scontro finale tra Rutte e Cohen

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:02.

AMSTERDAM - Tutto li divide. L'età, la formazione, l'approccio politico-culturale, l'Olanda che vorrebbero. Mark Rutte, 43 anni, leader dei liberali del Vvd in testa nei sondaggi delle ultime settimane, e Job Cohen, 62, alla guida del laburista Pvda che insegue al secondo posto, sono i duellanti di queste importanti elezioni politiche. Le prime in un paese dell'Eurozona dopo il disastro greco e la paura per il crollo dell'euro: 12 milioni di olandesi andranno alle urne oggi, in anticipo rispetto alla naturale scadenza del governo caduto sulla missione in Afghanistan il 20 febbraio.

Rutte ha contribuito non poco al successo del suo partito, favorito comunque dallo spostamento della campagna elettorale sull'economia e le misure necessarie per riportare il deficit olandese (previsto al 6,6% del Pil nel 2010) ai rassicuranti livelli di sempre. L'aggressivo piano di tagli proposto dal Vvd, tradizionalmente liberista e incline a uno stato leggero, è risultato convincente grazie anche all'abilità comunicativa del giovane leader. Ex manager, sicuro di sé e mai colto in fallo nei dibattiti televisivi, si è presto accreditato come la persona più competente e in grado di condurre il paese fuori dalla crisi.

Cohen ha preso le redini del Pvda dopo le dimissioni di Wouter Bos, in marzo. Lo ha rivitalizzato, cancellando la sensazione di stanchezza e déjà-vu di una buona parte dell'elettorato e contando sulla popolarità accumulata in dieci anni da sindaco di Amsterdam. Dove ha attuato una politica di apertura verso gli immigrati e di espansione dei diritti: è stato il primo sindaco a celebrare un matrimonio gay. I sondaggi però lo inchiodano al secondo posto, dopo le scarse performance in tv e una preparazione economica apparsa poco solida.

Ma le differenze tra i due hanno radici lontane. Rutte, dopo aver studiato storia a Leida, si è buttato nel business lavorando a lungo in diversi settori del gruppo Unilever, sino a diventare responsabile del personale. Il pragmatismo e l'aria rampante arrivano da lì. Cohen si è laureato in Legge e ha dedicato una vita all'insegnamento del diritto all'Università di Maastricht, di cui è stato rettore. Non stupiscono, dunque, la pacatezza e l'atteggiamento misurato. Il liberale, dopo la militanza tra i giovani del partito, ha costruito la sua carriera politica negli scorsi governi Balkenende, in ruoli non di primo piano ma formativi (sottosegretario agli Affari sociali prima e all'Istruzione poi).

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Tags Correlati: Amsterdam | Jacob Cohen | Margaret Thatcher | Mark Rutte | Olav Velthuis | Partiti politici | Partito dei verdi | Partito Socialista | Pdva | Pvda | Rita Verdonk | Theo van Gogh | Uva University | Vvd | Wouter Bos

 

Nel 2006, il salto: strappa la leadership del Vvd a Rita Verdonk, duro ministro dell'Immigrazione. Il laburista si è fatto le ossa nell'amministrazione della capitale, scossa più che altrove dall'attentato alle Torri Gemelle nel 2001. Da quel momento le tensioni con gli immigrati provenienti da paesi islamici sono cresciute inesorabilmente fino a esplodere la mattina del 2 novembre 2004 con l'assassinio del regista Theo van Gogh, in un parco. Cohen ha affrontato l'emergenza con il dialogo e una ferma difesa dei valori di libertà e tolleranza che sono nel Dna olandese, attirandosi le feroci critiche dello xenofobo Geert Wilders.

La partita di oggi tra i due contendenti sembra chiusa, in realtà, e Rutte, al comando ancora nell'ultimo sondaggio di ieri con 34 seggi (il Parlamento ne ha 150), dovrebbe diventare primo ministro. Tuttavia un'alta quota di indecisi, stimata al 20% dell'elettorato, e il voto "utile" che potrebbe essere dato al Pvda (a quota 30 seggi) da sostenitori dei Verdi e del Partito socialista pur di contrastare il Vvd, lasciano un margine di incertezza. Ma chi vota chi? «I bianchi con un reddito alto, un mutuo sulla casa, contrari a uno stato invadente sono i tipici elettori del partito liberale», spiega Olav Velthuis, sociologo della Uva University di Amsterdam.

«Chi ha un reddito medio, medio-basso - prosegue - o è benestante ma crede in un principio di solidarietà e di equa distribuzione della ricchezza sceglie il Pdva, così come la maggior parte degli immigrati di fascia alta, cioè istruiti, con un lavoro e ben inseriti nella società». In Olanda, su una popolazione di quasi 16 milioni e mezzo di persone, gli immigrati sono oltre tre milioni. La questione dei benefici fiscali sulla casa è uno dei temi centrali di questa campagna elettorale, insieme alle pensioni e alla spesa sanitaria. Chi compra un immobile, che sia un appartamento o una villa, ha la possibilità di detrarre gli interessi sul mutuo dalle tasse: un aiuto notevole per il cittadino, una spesa gigantesca per lo stato, quantificata in 10 miliardi di euro.

Rutte non ha preso in considerazione, nel suo piano di tagli da 20 miliardi entro il 2015, questo capitolo, a differenza di Cohen che invece ha ipotizzato un alleggerimento delle agevolazioni del 30% entro il 2040. Entrambi sono favorevoli all'innalzamento dell'età pensionabile e a una razionalizzazione della spesa sanitaria.

E gli altri partiti? «Il Pvv di Wilders e i socialisti sono scelti dalle fasce più povere e meno qualificate, che vivono nei centri piccoli, mentre i democristiani del Cda contano sul bacino di voto dei moderati anche se hanno perso molti consensi a favore del Vvd», continua Velthuis.

Stasera escono i primi exit poll alle 21.30, domani i risultati definitivi. Comunque vada, la formazione di un governo di coalizione richiederà del tempo, non sarà facile per il premier designato (tradizionalmente il candidato del partito che ottiene più voti) arrivare a un accordo soddisfacente e duraturo. Chi vince la sfida tra i duellanti sa di essere solo all'inizio.

eliana.dicaro@ilsole24ore.com


LEADER E PROGRAMMI
I liberali di Rutte: tagli per uscire dalla crisi
Il Partito liberale (Vvd), in testa nei sondaggi, è guidato dal 2006 dal 43enne Mark Rutte (nella foto), che si ispira all'ex premier britannica Margaret Thatcher e ha come priorità l'uscita del paese dalla crisi economica. Rutte ha già ricoperto gli incarichi di ministro per gli Affari sociali (tra il 2002 e il 2004) e di ministro della Scienza e cultura (fino al 2006). Il partito ha attualmente 21 deputati; tra il 2002 e il 2006 ha fatto parte dei governi di coalizione guidati dal premier uscente Jan Peter Balkenende. Il programma elettorale prevede un taglio di venti miliardi di euro alla spesa pubblica nel corso della legislatura e l'aumento dell'età pensionabile dagli attuali 65 anni a 67


La ricetta laburista: tasse ai ricchi e fondi alla scuola
Il Partito laburista (Pvda), principale formazione della sinistra con 33 seggi nell'attuale Parlamento, è guidato dal 62enne Jacob Cohen (nella foto), ex sindaco di Amsterdam, noto alle cronache per essere stato il primo sindaco al mondo a celebrare un matrimonio gay nel 2001.
Grande sostenitore dell'integrazione degli immigrati, si batte contro razzismo e xenofobia; è in politica dal 1992, quando divenne segretario di stato all'Istruzione. Il programma del Partito laburista prevede di aumentare la pressione fiscale sui redditi alti e di tagliare la spesa pubblica di dieci miliardi di euro, ma è stato annunciato anche l'investimento di due miliardi di euro nel settore dell'istruzione da qui al 2015


I cristiano-democratici: alzare l'età pensionabile
Il Partito cristiano-democratico (Cda), vincitore delle elezioni politiche del 2006 con 41 seggi, è guidato dal premier uscente, il 54enne Jan Peter Balkenende. Balkenende, che milita nel Cda fin da quando aveva 18 anni ed è stato eletto deputato per la prima volta all'eta di 18 anni, dal 2002 ha già guidato quattro governi di coalizione, nessuno dei quali è mai giunto alla fine della legislatura. Il programma elettorale del partito cristiano-democratico si richiama ai valori della famiglia e prevede tra i suoi punti principali l'aumento dell'età pensionabile a 66 anni nel 2015 e a 67 anni nel 2020.


La crociata di Wilders contro l'islamizzazione
Il Partito per la libertà (Pvv) è stato fondato nel 2006 dal 46enne Geert Wilders, ex militante liberale, e conta nove seggi. Il suo programma prevede il divieto di immigrazione dai paesi musulmani e la sospensione della costruzione di moschee. Wilders, capo dell'estrema destra xenofoba, afferma infatti di voler condurre una «crociata contro l'islamizzazione dei Paesi Bassi». Autore del documentario anti-islamico «Fitna», vive sotto scorta ed è stato il vero trionfatore delle ultime elezioni amministrative



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