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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2010 alle ore 08:02.
HELSINKI. Dal nostro inviato
Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, manda ai mercati finanziari un messaggio di rassicurazione sulla tenuta dell'euro e osserva che recentemente i mercati stessi stanno cominciando a recepire il segnale.
«Tutti devono capire che l'euro rimarrà – ha detto Draghi – e che non è possibile tornare indietro». Il governatore ha aggiunto che «ci si sta arrivando e i mercati negli ultimi giorni sono stati più tranquilli» e ha respinto anche le critiche di chi ritiene che, con gli acquisti di titoli di stato sui mercati, la Banca centrale europea abbia perso autonomia. «L'indipendenza della Bce non è mai stata messa in discussione», ha affermato.
Da Francoforte, gli ha fatto eco un altro membro del consiglio della Bce, il tedesco Juergen Stark, secondo cui «è folle mettere in dubbio se l'euro abbia un futuro. Non c'è alternativa alla moneta unica. I mercati stanno esagerando. Non neghiamo che ci siano seri problemi nell'area dell'euro, ma sono meno seri di quanto le reazioni di mercato possano far pensare».
La crisi europea è stata uno degli argomenti centrali di una conferenza organizzata a Helsinki dalla Banca d'Italia e dalla Banca di Finlandia per onorare la memoria del grande economista finlandese Pentti Kouri, scomparso prematuramente lo scorso anno. Alla conclusione dell'incontro, il commissario europeo, Olli Rehn, ha sostenuto che i piani di Grecia e Spagna vanno nella giusta direzione e che «la ripresa c'è anche se modesta». Ha anche smentito che Madrid abbia chiesto di accedere al fondo europeo di emergenza appena varato.
Kouri e Draghi erano stati compagni di corso al Massachusetts Institute of Technology, dove entrambi hanno conseguito un dottorato all'inizio degli anni '70. Giovedì sera, nel corso di una cena cui hanno partecipato banchieri centrali ed economisti, molti dei quali formatisi al Mit o a Yale, dove Kouri aveva insegnato, Draghi ha pronunciato un ricordo dell'amico che ha toccato molti dei presenti.
«C'è una certa ironia – ha detto il governatore della Banca centrale del Cile, José de Gregorio, riferendosi alle vicende europee – nel fatto che dopo aver superato una crisi finanziaria molto complessa siamo oggi preoccupati da una crisi molto tradizionale, causata da squilibri fiscali nel contesto di un regime di cambio fisso, con ramificazioni finanziarie potenziamente molto serie». L'intreccio fra macroeconomia e mercati finanziari, emerso con grande evidenza negli ultimi tre anni, era al centro dell'innovativo lavoro di Kouri, ha ricordato l'ex ministro delle Finanze portoghese, Jorge Braga de Macedo, dell'Universidade Nova di Lisbona, che fu allievo dell'economista scandinavo, di cui anche Draghi ha sottolineato l'attualità.