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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2010 alle ore 08:04.
ROMA.
La sfida tra legali e tribunale sulle misure cautelari per Balducci, De Santis e Piscicelli. I tempi di trasmissione dei fascicoli da Firenze a Roma. E, soprattutto, l'incognita più forte: se dopo la sentenza della Cassazione, che ha dichiarato la competenza romana delle indagini sui Grandi eventi, compresa la Scuola marescialli di Firenze, anche il lavoro dei magistrati di Perugia dovrà tornare nella capitale.
Intanto da nuovi atti depositati dalla procura di Firenze emergerebbero novità riguardo al ruolo del ministro delle infrastrutture Altero Matteoli nell'affare dell'appalto per la Scuola marescialli. In particolare il verbale dell'interrogatorio di Gerardo Mastrandrea, capo dell'ufficio legislativo del ministero delle infrastruttue: Mastrandrea avrebbe partecipato ad un pranzo all'Harry's bar con il ministro Matteoli, il coordinatore del Pdl Denis Verdini e Riccardo Fusi, dirigente della Btp: nel menù la partecipazione di Fusi alla gara per la Scuola marescialli.
Per tornare a Perugia, la prospettiva del trasferimento degli atti a Roma è ritenuta molto probabile da diversi addetti ai lavori. Magari con lo stralcio della posizione, che resterebbe nella città umbra, di Achille Toro, l'ex procuratore aggiunto della capitale indagato per violazione del segreto istruttorio. Non sarà un caso se ieri i pm perugini Sergio Sottani e Alessia Tavernesi hanno incontrato il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, e i sostituti Luca Turco e Giuseppina Mione, finora titolari del filone fiorentino delle stesse indagini.
In attesa di novità più clamorose, va messa subito a fuoco la sequenza dei passaggi previsti nei prossimi giorni tra Firenze e la capitale. Resta fissata, intanto, la data del 15 giugno per l'udienza con rito immediato chiesta dalla procura fiorentina per tre indagati oggi con misure di restrizione della libertà personale: l'ex provveditore delle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, detenuto a Sollicciano; l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, agli arresti domiciliari; l'avvocato Guido Cerruti, che ha obbligo di firma.
Ieri fonti della Cassazione hanno rilevato che «la Suprema Corte, se avesse ritenuto di dover annullare quelle misure, lo avrebbe fatto, invece ne ha confermato l'urgenza e la necessità e non ha dichiarato la manifesta illegittimità di quei provvedimenti». Nel dispositivo, poi, i supremi giudici hanno fatto riferimento all'articolo 27 del codice di procedura penale, che consente il proseguimento delle misure cautelari emesse dal giudice dichiarato territorialmente incompetente, per ulteriori 20 giorni. «La pronuncia della Cassazione – ha detto il procuratore capo di Firenze – attiene al versante delle misure cautelari e fa riferimento all'articolo 27 Cpp, non riguarda il merito ma si capisce che la richiesta della custodia in carcere era del tutto fondata e legittima, riconoscendo i presupposti da cui nasceva». Quattrocchi sostiene anche che, comunque, «si farà a Firenze il processo con rito abbreviato per Francesco Maria De Vito Piscicelli». E tra l'altro nulla, almeno in teoria, esclude che all'udienza del 15 i pm fiorentini esibiscano nuove prove a sostegno della loro competenza.